2010-03-06 14:51:13

Aspre polemiche dopo la firma di Napolitano al decreto salva-liste


Sta provocando forti polemiche politiche il decreto interpretativo approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri che ha sanato di fatto l’intricata situazione delle liste del Pdl nelle regioni Lazio e Lombardia. Le polemiche toccano anche il Capo dello Stato Napolitano, che in nottata aveva firmato il provvedimento. La parola ora alla magistratura amministrativa. Servizio di Giampiero Guadagni: RealAudioMP3
 
E’ attesa in giornata la decisione del Tar della Lombardia chiamato ad esaminare il ricorso presentato dalla lista per Formigoni, che era stata esclusa dal voto per irregolarità nella raccolta di firme. Lunedì invece la sentenza del Tar del Lazio relativa alla lista del Pdl di Roma e Provincia, che era stata presentata oltre i termini consentiti. Saranno queste le risposte della magistratura amministrativa al decreto interpretativo approvato nella tarda serata di ieri dal Consiglio dei ministri. Un provvedimento, ha spiegato il ministro dell’Interno Maroni, che non modifica la legge elettorale e non riapre alcun termine ma offre l’interpretazione autentica di alcune norme. Dunque, un decreto non innovativo, nel rispetto della condizione posta al premier dal capo dello Stato Napolitano, che ieri sera ha emanato il provvedimento destinato a consentire lo svolgimento regolare delle consultazioni elettorali. Berlusconi commenta soddisfatto la collaborazione tra istituzioni su questa delicata vicenda. Ma dall’opposizione arrivano critiche durissime. Per la radicale Emma Bonino, candidata alla presidenza della Regione Lazio, il decreto è incostituzionale. Il segretario del Pd Bersani parla di un trucco e ribadisce il no del suo partito a scorciatoie. Per il Pd comunque il Quirinale non poteva opporsi al decreto. La pensa diversamente il leader dell’Italia dei Valori Di Pietro che attacca Napolitano: se è vero che ha partecipato alla stesura del decreto, afferma Di Pietro, non sarebbe più un arbitro super partes e bisognerebbe valutare se esistono gli estremi per l’impeachment. Di Pietro invoca la piazza e l’appello è raccolto dal cosiddetto Popolo viola, che ha manifestato nella notte davanti al Quirinale e questa mattina in piazza Montecitorio. La posizione di Di Pietro è giudicata indecente dal Pdl. E i presidenti di Senato e Camera Schifani e Fini sono intervenuti con forti parole a sostegno del capo dello Stato. 







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