Lettera di mons. Piacenza ai sacerdoti: vivere il presbiterato come un dono di
Dio per tutti i fedeli
Il Sacerdozio è “essenzialmente un dono” soprannaturale che tutti “sono sempre chiamati
a riconoscere”: è quanto sottolinea l’arcivescovo Mauro Piacenza in una Lettera indirizzata
recentemente ai sacerdoti del mondo, nel contesto dell’Anno Sacerdotale. Il segretario
della Congregazione per il Clero scrive che la dignità del sacerdote “non viene dagli
uomini” ma è “puro dono di grazia”. Questa dignità “donata dal Padre Onnipotente –
è l’esortazione di mons. Piacenza – deve trasparire nella vita dei sacerdoti”. In
particolare, “nella loro santità, nell’umanità accogliente e piena di umiltà e carità
pastorale”. Ancora, “nella luminosità della fedeltà al Vangelo e alla dottrina della
Chiesa, nella sobrietà e solennità della celebrazione de divini misteri” e “nell’abito
ecclesiastico”. Tutto nel sacerdote, aggiunge, deve ricordare che “è stato fatto oggetto
di un dono immeritato ed immeritabile che lo rende presenza efficace dell’Assoluto
nel mondo”.
Ecco perché, si legge nel documento, il sacerdote è chiamato “a
guidare con l’insegnamento e la celebrazione dei sacramenti e, soprattutto, con la
propria vita il cammino di santificazione del popolo a lui affidato”. La fedeltà,
scrive ancora il presule, “è l’incontro splendido tra la libertà fedele di Dio e la
libertà creata e ferita dell’uomo” che, tuttavia, “per la potenza dello Spirito, diviene
capace sacramentalmente di guidare tutti ad una integra condotta di vita”. Questa
esortazione, conclude mons. Piacenza, “lungi dal ridurre il ministero presbiterale
a categorie moralistiche” indica “la ‘pienezza’ della vita: una vita che sia realmente
tale e che sia integralmente cristiana”.