Cristiani e musulmani a confronto a Washington sul dialogo interreligioso
I credenti devono svolgere un ruolo attivo nel processo finalizzato ad un cambiamento
reale dei rapporti tra i popoli. E’ quanto hanno ribadito 4 leader religiosi durante
l’incontro tenutosi presso la National Cathedral di Washington dall’1 al 3 marzo scorsi
e incentrato sul dialogo tra cristiani e musulmani. I temi discussi - riferisce l’Osservatore
Romano - hanno riguardato la crisi economica, la disuguaglianza della distribuzione
delle risorse, le crisi umanitarie causate da catastrofi naturali e la scarsità di
acqua ed energia. In rappresentanza dei cattolici ha partecipato il cardinale Jean-Louis
Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Per gli
anglicani è intervenuto il reverendo John Bryson Chane, vescovo di Washington. In
rappresentanza dei musulmani ha preso parte all’incontro il professor Ahmad El Tayeb,
presidente dell’Al-Azhar University del Cairo. E’ intervenuto inoltre l’ayatollah
Ahmad Iravani, presidente del Center for the Study of Islam and Middle East. Sono
stati anche indicati sette principi che devono guidare i credenti di entrambe le religioni
per continuare a percorrere la strada del dialogo. Il primo consiste nella dichiarazione
di fede per un unico Dio. Il secondo principio afferma il carattere sacro della vita
e di tutte le persone create con uguali diritti e dignità. Gli altri principi riguardano
la libertà di culto, il diritto alla giustizia, la mutua responsabilità, il rapporto
tra fede religiosa e società, l’impegno a combattere l’intolleranza attraverso il
dialogo. Al summit hanno assistito, in qualità di osservatori, anche due rabbini:
Rabbi David Saperstein, direttore del Religious Action Center of Reform Judaism di
Washington e Rabbi Brian Walt, cofondatore del Taanit Tzedek, Jewish Fast for Gaza.
Durante l’incontro è stata esaminata infine la complessa situazione in Terra Santa.
Analizzando i conflitti non risolti in questa regione, è stato sottolineato che il
clima di odio viene fomentato da gruppi estremisti che tentano di imporlo ai credenti
delle diverse comunità. (A.L.)