2010-03-05 15:04:00

A Macerata il convegno “Scienza Ragione Fede. Il genio di padre Matteo Ricci”


Padre Matteo Ricci è stato un “genio dell’inculturazione del cristianesimo” perché pur risentendo “delle condizioni imposte dalla diffidenza del mondo cinese nei confronti degli stranieri” seppe accoglierle e volgerle “al servizio della missione”. Lo ha affermato il cardinale Camillo Ruini nella prolusione che ha aperto ieri pomeriggio a Macerata il convegno internazionale “Scienza Ragione Fede. Il genio di Padre Matteo Ricci”. Nel suo intervento – riferisce il Sir – il cardinale è partito dal concetto chiave di “cultura”, “una forma di espressione comunitaria, sviluppatasi storicamente, delle conoscenze e dei giudizi che caratterizzano la vita di una comunità”. Il porporato ha sottolineato che anche “la fede è essa stessa cultura e, inserendosi nelle diverse culture, produce in loro una frattura che è però fonte di rinnovamento”. In questo senso l’inculturazione della fede, “che è forse preferibile ricondurre all’incontro delle culture”, presuppone “l’universalità dello spirito umano e la sua apertura alla verità”. Matteo Ricci, che si è anche servito “delle sue conoscenze scientifiche e tecnologiche” offre uno spunto, secondo il cardinale Ruini, per riflettere sul mondo attuale, in cui “le scienze e le tecnologie sono diventate il più potente fattore globalizzazione e unificazione”. Il vescovo di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia, mons. Claudio Giuliodori, è intervenuto al convegno sottolineando infine che il pensiero e la poliedrica azione missionaria di padre Matteo Ricci risultano quanto mai “attuali e moderni”. Il suo messaggio – ha concluso il presule – ci esorta a guardare avanti “mettendo a frutto il suo geniale modello di evangelizzazione e di confronto interculturale”. (A.L.)







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