A Macerata il convegno “Scienza Ragione Fede. Il genio di padre Matteo Ricci”
Padre Matteo Ricci è stato un “genio dell’inculturazione del cristianesimo” perché
pur risentendo “delle condizioni imposte dalla diffidenza del mondo cinese nei confronti
degli stranieri” seppe accoglierle e volgerle “al servizio della missione”. Lo ha
affermato il cardinale Camillo Ruini nella prolusione che ha aperto ieri pomeriggio
a Macerata il convegno internazionale “Scienza Ragione Fede. Il genio di Padre Matteo
Ricci”. Nel suo intervento – riferisce il Sir – il cardinale è partito dal concetto
chiave di “cultura”, “una forma di espressione comunitaria, sviluppatasi storicamente,
delle conoscenze e dei giudizi che caratterizzano la vita di una comunità”. Il porporato
ha sottolineato che anche “la fede è essa stessa cultura e, inserendosi nelle diverse
culture, produce in loro una frattura che è però fonte di rinnovamento”. In questo
senso l’inculturazione della fede, “che è forse preferibile ricondurre all’incontro
delle culture”, presuppone “l’universalità dello spirito umano e la sua apertura alla
verità”. Matteo Ricci, che si è anche servito “delle sue conoscenze scientifiche e
tecnologiche” offre uno spunto, secondo il cardinale Ruini, per riflettere sul mondo
attuale, in cui “le scienze e le tecnologie sono diventate il più potente fattore
globalizzazione e unificazione”. Il vescovo di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli
– Treia, mons. Claudio Giuliodori, è intervenuto al convegno sottolineando infine
che il pensiero e la poliedrica azione missionaria di padre Matteo Ricci risultano
quanto mai “attuali e moderni”. Il suo messaggio – ha concluso il presule – ci esorta
a guardare avanti “mettendo a frutto il suo geniale modello di evangelizzazione e
di confronto interculturale”. (A.L.)