Libano: il 13 marzo Giornata di solidarietà per i cristiani iracheni
Il prossimo 13 marzo, a Beirut, si svolgerà una giornata di solidarietà per l’Iraq
e la sua comunità cristiana. A dichiararlo al'agenzia Sir è mons. Michel Kassarji,
vescovo di Beirut dei Caldei, tra i promotori dell’iniziativa. “In Libano – spiega
il vescovo – abbiamo circa 50 mila iracheni, di questi 8 mila sono cristiani, in larghissima
maggioranza caldei. Molti di loro sono stati minacciati, scacciati di casa, hanno
subito lutti. Nonostante tutte le sofferenze patite e che continuano a subire come
rifugiati, vogliamo aiutarli a restare attaccati all’Iraq. Il desiderio di tutti,
infatti, è quello, un giorno, di farvi ritorno. Il voto di domenica 7 potrebbe rappresentare
una prima tappa di avvicinamento”. “La giornata del 13 marzo – afferma mons. Kassarji
– prevede una serie di dibattiti, la proiezione di un film sull’Iraq, ma soprattutto
ascolteremo delle testimonianze di iracheni riparati in Libano per sfuggire alle violenze.
A conclusione verrà celebrata una Messa solenne, nella basilica di Nostra Signora
del Libano ad Harissa, durante la quale lanceremo un appello alle Istituzioni libanesi
affinché si adoperino per aiutare i rifugiati iracheni che in Libano non hanno nulla,
non possono lavorare, andare a scuola, avere l’assistenza sanitaria. A questo riguardo,
grazie anche all’aiuto della Congregazione per le Chiese orientali, fra due mesi apriremo
un centro di assistenza sanitaria per i rifugiati, con 15 medici specialisti”. Alla
Giornata hanno aderito anche i vescovi maroniti i quali hanno, nel corso della loro
riunione mensile a Bkerké, espresso solidarietà ai cristiani iracheni che, si legge
nella nota finale dell’incontro, “costituiscono un elemento di cultura, di stabilità
e di prosperità per l’Iraq”. Nel comunicato i presuli maroniti esprimono anche soddisfazione
per la decisione del governo di decretare il giorno dell’Annunciazione, 25 marzo,
come festa nazionale, “sotto gli auspici di una festa comune tra cristiani e musulmani”
e lanciano un appello al governo perché superi l’impasse attuale e “risponda ai bisogni
del popolo”. (R.P.)