2010-03-04 15:26:08

Lectio magistralis di mons. Bruguès ieri alla Cattolica di Milano


Il Concilio Vaticano II può essere “una bussola per i nostri tempi” ma serve un laicato “formato in modo appropriato” e capace “di impegnarsi nelle gravi cause e nei dibattiti decisivi del nostro tempo”. Sono alcuni dei concetti espressi ieri da mons. Jean-Louis Bruguès, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, all’Università Cattolica di Milano dove ha tenuto una “lectio magistralis” sul tema: “Il Concilio davanti a noi”. “Il Vaticano II – ha detto - ha voluto collocare l’ascolto degli altri al centro della Chiesa, della società, in fin dei conti, di ogni vita umana”. L’ascolto del Concilio, per il relatore, “si declina in tre proposizioni: il gusto del’Altro, la sollecitudine per l’altro, infine la percezione di sé stesso come un altro”. Come documento rappresentativo di tutta l’assise conciliare, mons. Bruguès – riporta l’agenzia Sir - ha citato la “Dei Verbum”, e tra i tratti distintivi del Vaticano II la consapevolezza che “le società caratterizzate dal pluralismo religioso, come le nostre, non potranno più fare a meno del dialogo interreligioso, diventato un elemento essenziale della pace sociale”. Di qui l’emergere di una “laicità positiva”, in base alla quale oggi “non è più possibile” confinare le religioni “nell’area ristretta delle semplici convenzioni personali”. La Chiesa “spiega ai governanti che la fede cristiana, quando si fanno forti di essa, deve illuminare le loro decisioni politiche e non solo la loro vita privata”. “Niente – ha concluso - potrebbe sostituire la famiglia, non a causa di non si sa quale mentalità retrograda, ma perché sa che la salute di una società si rianima nella culla di una famiglia”. Di qui la necessità di “risvegliare i laici a questa cultura cristiana, a questo umanesimo cristiano che minaccia di sparire nell’orizzonte abituale delle società secolarizzate”.(B.C.)







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