La Chiesa caldea invita i cristiani iracheni a votare
Clima di attesa in Iraq dove domenica si vota. Un importante appuntamento elettorale
che viene salutato con favore dal cardinale Emmanuel III Delly, patriarca di Baghdad
dei caldei. All’agenzia Sir, il porporato ha chiesto alla popolazione di recarsi alle
urne e “di farlo per il bene dell'Iraq”. "Stiamo pregando – ha aggiunto - perché tutto
avvenga senza violenza e nell'ordine". Negli ultimi giorni sono però aumentati gli
attentati con decine di vittime: "sono iracheni contro iracheni, partiti contro partiti,
ognuno lotta per i suoi interessi". Un appello è stato lanciato anche da mons. Shlemon
Warduni, vicario patriarcale caldeo di Baghdad, che ha esortato i cristiani – riporta
l’agenzia Fides - a “votare e a eleggere candidati che lavorino per il bene dell’Iraq,
perché nel Paese tornino a regnare i diritti umani e la libertà religiosa”. Il presule,
respingendo qualsiasi strumentalizzazione politica, ha parlato della delusione della
comunità cristiana per le violenze subite e soprattutto perché la loro vita "non
sembra fra le priorità. Siamo vittime del fanatismo – ha aggiunto - e della generale
instabilità, che lascia mano libera a quanti vogliono usare la violenza per intimidire.
Le cause possono essere molte e diverse, ma il fine sembra chiaro e unico: diminuire
sempre più la presenza cristiana in Iraq, emarginarla, privarla dei diritti”. Mons.
Warduni ha concluso ricordando le parole del Papa “che ci incoraggiano – ha proseguito
- e ci fanno sentire il sostegno dei fedeli in tutto il mondo: sappiamo che non siamo
soli e lo ringraziamo per questo, ma qui la situazione resta molto difficile”. L'agenzia
Fides ha pubblicato oggi i dati che danno un quadro della sofferenza dei cristiani
iracheni: circa 2.000 sono stati uccisi in diverse ondate di violenza; fra il 27 febbraio
e il 1 marzo 2010, 870 famiglie, per oltre 4.400 fedeli, hanno lasciato Mossul a causa
della violenza anticristiana mentre nell’ottobre 2008 oltre 12.000 cristiani sono
fuggiti da Mossul; secondo fonti Unhcr il 40% dei rifugiati iracheni all’estero (circa
1,6 milioni in totale) sono cristiani; così come è cristiano il 44% degli iracheni
che hanno fatto domanda di asilo in Siria. Le domande di asilo crescono in Giordania,
Turchia e in paesi occidentali (soprattutto Svezia e Australia). (B.C.)