Sri Lanka: l'arcivescovo di Colombo invita i cattolici ad essere "seme di unità”
I cattolici dello Sri Lanka devono ricoprire un ruolo attivo, insieme alle altre comunità
religiose, nella creazione di un Paese unito, che dia spazio e rispetto alle varie
etnie, fedi religiose e organizzazione politiche. È l’appello lanciato da mons. Malcom
Ranjith, arcivescovo di Colombo, durante la consegna annuale dei premi del St. Joseph
College, nella capitale. Rivolgendosi ai cattolici, il prelato ha chiesto di rafforzare
la “fedeltà alla Madre Lanka” e pregare perché, attraverso la sua intercessione, possiamo
sperimentare “un’autentica rinascita religiosa e nazionale”. Mons. Ranjith ha invitato
i fedeli a lavorare per creare uno “spirito di unità, riconciliazione e curare le
ferite del Paese”. Lo Sri Lanka - riferisce l'agenzia AsiaNews - si è lasciato da
poco alle spalle tre decadi di guerra civile e le contestate elezioni del gennaio
scorso, che hanno confermato la presidenza di Mahinda Rajapaksa e determinato l’arresto
del principale sfidante, il generale Sarath Fonseka. “Gli organi esecutivo, legislativo
e giudiziario – ha commentato il prelato – devono assicurare la legge e l’ordine,
la giustizia e una vera pratica della democrazia e della libertà”. Ripercorrendo i
30 anni di guerra civile fra l’esercito di Colombo e i ribelli delle Tigri tamil (Ltte),
che ha causato centinaia di migliaia di profughi, mons. Ranjith invita a “restituire
alla loro terra gli abitanti originari” e auspica che la comunità tamil “si senta
parte integrante della nazione”. Rivolgendosi infine a studenti e genitori del collegio
cattolico, l’arcivescovo di Colombo ricorda a padri e madri che “non sono i proprietari
dei figli, ma solo i loro custodi” e sono chiamati a guidarli “nel viaggio della vita”.
Ai genitori si aggiunge il ruolo delle scuole cattoliche, “nutrimento di fede” per
ogni alunno, conclude mons. Ranjith, e ogni gesto è compiuto per “condurre il bambino
verso una santità di vita e in totale comunione con Dio”. (R.P.)