2010-03-02 15:36:37

Inghilterra: la Chiesa in prima linea per i diritti dei bambini nei centri immigrati


“Porre fine alla presenza forzata, nei centri di accoglienza, di bambini, neonati e giovani”. Il grido di allarme è stato lanciato da mons. Patrick Lynch, vescovo di Southwark, presidente dell’ufficio della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles che si occupa di immigrazione. Parlando al Sir, il presule ha denunciato che “i centri di accoglienza hanno sui bambini effetti negativi quindi non sono luoghi adeguati”. Per questo motivo sostiene che i piccoli andrebbero ospitati in ampi ‘bed and breakfast’ o hotel dove vengono di solito alloggiati donne e bambini appena arrivano nel Regno Unito. “Non è chiaro – aggiunge - perché queste sistemazioni non possano essere usate anche dopo, una volta che le famiglie rimangono”. Il vescovo Lynch ha anche firmato, insieme ad altri leader religiosi metodisti, evangelici e battisti, una lettera al primo ministro Gordon Brown per chiedere di “allineare la Gran Bretagna agli standard di accoglienza degli altri Paesi Ue e del Commonwealth che garantiscono ospitalità basata sulla comunità e quindi meno nocivi per famiglie che attendono una decisione sul loro futuro”. La lettera fa riferimento al rapporto compilato dal commissario all’infanzia, sir Al Aynsley-Green, su giovani e bambini detenuti a Yarl’s Wood, un centro di accoglienza immigrati e richiedenti asilo a Clapham, Bedford, nel sud di Inghilterra sul quale i leader religiosi esprimono “grave preoccupazione”. Esperti e pediatri hanno studiato che bambini detenuti in questi centri soffrono di insonnia, enuresi, perdita di peso, ritardo nella capacità di parlare, depressione e autolesionismo. (M.G.)







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