L'arcivescovo di Palermo celebra i funerali di Enzo Fragalà, morto in seguito ad un'aggressione
“In questo evento che sembra così definitivo da paralizzarci, non c’è posto per desideri
di vendetta. Piuttosto per la speranza che un compenso viene consegnato a chi resta
qui a camminare le strade del quotidiano, quelle stesse che l’avvocato Fragalà ha
percorso incontrando i fratelli e servendoli con la sua vita”. E’ un passo dell’omelia
pronunciata dall’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, che questa mattina in cattedrale
ha celebrato le esequie dell’avvocato Enzo Fragalà, morto per un arresto cardiaco
dopo tre giorni di coma, in seguito alla brutale aggressione di uno sconosciuto avvenuta
martedì scorso. Un lungo applauso ha accolto il feretro di Enzo Fragalà quando è entrato
in cattedrale dove erano presenti i familiari, gli amici, colleghi, i presidenti di
Camera e Senato Fini e Schifani, il capo della Polizia Manganelli e la gente comune.
In centinaia, anche anziani e ragazzi, sono giunti per porgere l’ultimo saluto al
professionista, ma soprattutto all’uomo Enzo Fragalà, vittima di un omicidio che ha
scosso Palermo.“Un omicidio così efferato, come quello del nostro amico e fratello
Enzo – ha proseguito monsignor Romeo nell’omelia – appare generato entro il contesto
di un pericolosissimo decadimento civile e morale. Si nutre di un clima in cui, malgrado
i lodevoli traguardi raggiunti nella lotta alla criminalità organizzata, si continua
a respirare purtroppo sopraffazione e violenza, con la persistente tentazione a degenerare
nelle forme della giustizia privata e della prevaricazione”. “Niente e nessuno è risparmiato
da questa rovinosa e penosa decadenza valoriale, da questa assenza di riferimenti
politici, civili, morali, che colpiscono soprattutto le nuove generazioni. E’ triste
– ha continuato l’arcivescovo di Palermo – ma è come se tanti omicidi venissero consumati
ogni giorno nel cuore di quanti vivono e respirano questa società che sembra non avere
come bussola maestra del suo pensare e del suo agire l’attenzione costante alla dignità
umana”. “Tutti – ha concluso monsignor Romeo – rifiutiamo che l’atto dell’aggressore
dell’avvocato Fragalà possa essere l’ultima scena, l’ultima parola. Tutti ugualmente
vogliamo credere che l’ultima parola è affidata alla nostra responsabilità di uomini
e di cristiani, che credono nell’uomo e nella sua capacità di bene, che credono nella
sua redenzione a partire da Colui che l’ha già operata per noi”. (A cura di Alessandra
Zaffiro)