La Commissione europea chiede ad Atene misure aggiuntive contro la crisi
La Commissione europea chiede ad Atene di stabilire misure aggiuntive contro la crisi
economica. Intanto, il premier greco invita a contrastare la corruzione. Il servizio
di Federico Catani:
Il commissario
europeo, Olli Rehn, oggi ad Atene ha invitato il governo greco ad ''esaminare misure
aggiuntive'' per far fronte alla crisi. Rehn, al termine di un incontro col ministro
delle finanze, Papaconstantinou, ha assicurato che le difficolta' economiche saranno
''affrontate insieme'' da Atene e Bruxelles. Papaconstantinou da parte sua ha promesso
che Atene ''farà tutto quanto necessario, incluse misure aggiuntive'' per ridurre
il deficit e raggiungere gli obiettivi del piano di risanamento. In attesa del colloquio
del commissario con il ministro delle finanze, Giorgio Papaconstantinou, la Borsa
di Atene stamani ha aperto in forte rialzo. Intanto, il premier greco Papandreou chiede
riforme per la giustizia greca e afferma che "è necessario sconfiggere la corruzione"
per ridare fiducia ai cittadini e restituire credibilità internazionale al Paese.
Oltre all'incontro con Papaconstantinou, colloquio anche con il premier Giorgio Papandreou,
con il ministro del lavoro, Andreas Loverdos, e con il governatore della Banca Centrale,
Giorgio Provopoulos.
L’Italia registra il Pil più
basso dal 1971 e il debito pubblico sale al 115% In Italia il dato del prodotto
interno lordo (Pil) del 2009 (-5%) è il peggiore dal 1971, ovvero da quando sono cominciate
le rilevazioni statistiche. Lo rileva l'Istat, sottolineando che nel 2009 il prodotto
interno lordo italiano è diminuito del 5%, come in Germania, Regno Unito e Giappone,
ma peggio di Francia (-2,2%) e Usa (-2,4%). Nell’anno appena concluso, inoltre, in
Italia il rapporto tra deficit e Pil è stato pari al 5,3%, mentre nell'anno precedente
non aveva superato il 2,7%. Il debito pubblico è volato a quota 115,8% a fine anno.
Il tasso di disoccupazione continua a salire e a gennaio si posiziona all'8,6%, dall'8,5%
di dicembre 2009. Il numero delle persone in cerca di occupazione a gennaio risulta
pari a due milioni 144 mila, in crescita dello 0,2% (+5mila) rispetto al mese precedente
e del 18,5% (+334 mila) rispetto a gennaio 2009.
Processo Mediaset, no del
Tribunale al legittimo impedimento per Berlusconi I giudici della prima sezione
penale del Tribunale di Milano, che giudicano sul processo per i diritti televisivi
di Mediaset, non hanno concesso il legittimo impedimento a Silvio Berlusconi, impegnato
oggi in un Consiglio dei ministri.
Rientrata la salma dell’agente italiano
ucciso venerdì in Afghanistan Un'esplosione, probabilmente frutto di un'autobomba,
è avvenuta davanti ad un commissariato di Kandahar, capoluogo della omonima provincia
dell'Afghanistan meridionale. È morto un ufficiale del principale commissariato di
Kandahar, mentre almeno 17 persone sono rimaste ferite. In precedenza, un attacco
di un kamikaze ad un convoglio militare congiunto afghano e internazionale aveva causato
la morte di quattro civili e di un soldato straniero, oltre al ferimento di vari altri
soldati. Oggi, intanto, è atterrato all'aeroporto militare italiano di Ciampino il
C130 dell'Aeronautica con a bordo la salma del funzionario dei Servizi segreti, Pietro
Antonio Colazzo, ucciso a Kabul venerdì scorso.
Pakistan, ennesimo attacco
ad un’autobotte diretta in AfghanistanUn commando, presumibilmente di talebani,
ha attaccato con armi automatiche e razzi alla periferia della città pakistana di
Peshawar un'autobotte che trasportava carburante destinato alle truppe della Nato
in Afghanistan, facendola esplodere. Circa l'80% dei rifornimenti destinati alle truppe
della Nato e della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) passano
per il Pakistan dove spesso gli automezzi sono obiettivo di operazioni dei talebani.
Al via a Vienna la prima riunione Aiea con il nuovo direttore Amano A
Vienna è iniziata oggi la riunione di quattro giorni del Consiglio dei governatori
dell’Agenzia internazionale per l’energia Atomica (Aiea). È la prima sotto l’egida
del nuovo direttore dell’agenzia Onu, il giapponese Yukiya Amano, che ha dichiarato
stamani che l'Iran si rifiuta di cooperare con l'Aiea sul suo controverso programma
nucleare. Proprio la preoccupazione che Teheran possa produrre ordigni nucleari è
il tema al centro degli incontri. Potrebbe emergere la richiesta di una quarta serie
di sanzioni contro la Repubblica islamica al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Ben
diversa, dunque, la posizione del nuovo direttore, Amano, rispetto al suo predecessore,
l’egiziano Al Baradei, che in questi anni ha portato avanti una politica di dialogo.
Si può, dunque, davvero parlare di una nuova Aiea? Salvatore Sabatino lo ha
chiesto a Giorgio Alba, di “Archivio Disarmo”:
R. – Non
è un’Aiea che dipende dal direttore, dalle decisioni del direttore. E' un’Aiea che
dipende da quali saranno le volontà dei singoli governi, Cina e Russia in particolare,
di permettere all’Agenzia internazionale per l’energia atomica di trasformare la propria
attività – un’attività di controllo e di mediazione – in una attività anche di verifica
e di prevenzione di attività da parte della Repubblica islamica. La posizione di Amano
cambia in base al diverso atteggiamento, alla minor volontà di cooperazione da parte
dell’Iran, e soprattutto a ulteriori sviluppi dal punto di vista tecnico rispetto
a ciò che l'Iran sta realizzando dal punto di vista dello sviluppo delle componenti
nucleari.
D. – Quella delle sanzioni, dunque, è davvero
l’unica via percorribile?
R. – Le sanzioni non sono
l’obiettivo finale e non sono neanche probabilmente la soluzione: sono però il miglior
mezzo che ha la comunità internazionale, a esclusione dei negoziati diplomatici. Finché
l’Iran non vorrà accettare i negoziati diplomatici che prevedono trasparenza e rispetto
degli obblighi, secondo i trattati internazionali, non sarà possibile fare altro che
applicare sanzioni. Questo anche se le sanzioni sono state duramente criticate e sono
un aspetto molto rischioso: deve essere valutato che tipo di sanzioni applicare e
cosa si vuole ottenere con l’applicazione di tali sanzioni. Perché anche se le sanzioni
fossero efficaci, qual è l’obiettivo che si pone la comunità internazionale? Quello
di proibire all’Iran di sviluppare la tecnologia nucleare o quello di obbligare l’Iran
ad accettare trasparenza e controlli nella sua attività nucleare? Nel primo caso,
la comunità internazionale si troverebbe divisa, con i Paesi in via di sviluppo che
vedono nella tecnologia nucleare una fonte di tecnologia che l’Occidente non vuole
invece condividere. Nel secondo caso, si stabilirebbero delle regole internazionali
su quello che si può fare e che non si può fare – secondo il diritto internazionale
nel campo dell’energia nucleare – che non sono valide solo per l’Iran ma anche per
la Siria per il Medio Oriente e fanno riferimento a quello che dice il Trattato di
non proliferazione.
Altri due ufficiali arrestati
in Turchia Un tribunale di Istanbul ha incriminato ieri sera, disponendone
l'incarcerazione, altri due ufficiali dell'esercito accusati di aver complottato nel
2003 per rovesciare il governo turco del Partito di radici islamiche Giustizia e Sviluppo
(Akp). Lo riferiscono oggi i media turchi precisando che i due uomini, fermati nel
corso dell'ondata di arresti effettuata venerdì in varie città del Paese, sono il
colonnello Huseyin Ozcoban, comandante della gendarmeria della Città di Konya, nell'Anatolia
centrale, ed il tenente colonnello, Yusuf Kelleli.
Ucraina, mercoledì il
parlamento sul voto di sfiducia voluto dalla Timoshenko Sarà esaminato mercoledì
prossimo il voto di sfiducia nei confronti del governo della premier filo occidentale,
Iulia Timoshenko. Lo ha reso noto la presidenza del parlamento (Rada) dopo un incontro
con i vari gruppi, come riferiscono le agenzie ucraine. L'annuncio è stato dato in
coincidenza con la visita a Bruxelles del nuovo presidente ucraino, il filorusso Viktor
Ianukovich. È stato il suo Partito delle regioni a presentare nei giorni scorsi la
mozione di sfiducia: segno che Ianukovich conta di avere i numeri per una nuova maggioranza
parlamentare.
Tagikistan, l’Osce denuncia gravi irregolarità nelle elezioni Le
elezioni parlamentari di ieri in Tagikistan non hanno rispettato gli standard democratici
e sono state caratterizzate da “gravi irregolarita”': è il giudizio della missione
di osservatori dell'Osce, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
La Commissione elettorale del Paese ha annunciato che il partito del presidente tagiko,
Emomali Rakhmon, ha vinto le elezioni parlamentari di ieri con il 71,7% dei voti.
Finora, il Tagikistan, la più povera delle ex Repubbliche sovietiche, non ha mai tenuto
elezioni riconosciute democratiche dagli osservatori occidentali.
Riaperta
la frontiera terrestre tra Russia e Georgia Russia e Georgia hanno riaperto
la loro frontiera terrestre, chiusa dal 2006. Il posto di frontiera denominato in
Russia "Verkhni Lars" e in Georgia "Gola di Darial" è stato riaperto alle 7 locali,
le 4 in Italia. La riapertura della frontiera terrestre è un segno di disgelo fra
i due Paesi, dopo la guerra dell'agosto 2008.
Karadzic in aula per la ripresa
del processo per genocidio L'ex leader serbo-bosniaco, Radovan Karadzic, 64
anni, si è presentato per la prima volta in aula per la ripresa del processo per genocidio,
crimini di guerra e crimini contro l'umanità a suo carico in corso al Tribunale penale
internazionale per l'ex Jugoslavia (Tpi). Il processo è ripreso questa mattina dopo
una pausa di un paio di mesi decisa per dare all'imputato, che finora ha boicottato
il dibattimento, il tempo di organizzare la sua difesa. L'ex leader serbo-bosniaco
si è presentato come il difensore del popolo serbo di Bosnia, che si è battuto per
una causa giusta e sacra”, e come il difensore “della grandiosità di una piccola nazione
in Bosnia-Erzegovina che ha dovuto soffrire durante 500 anni”.
Ad Haiti
le inondazioni uccidono 13 persone Tredici persone sono rimaste uccise ad Haiti
sabato scorso, 27 febbraio, a causa delle inondazioni provocate dalle forti piogge
che si sono rovesciate sul sudovest del Paese. Lo ha reso noto ieri sera la Protezione
civile nella capitale Port-au-Prince. Almeno tre persone sono disperse. Gli sfollati
sono tremila e hanno bisogno di cibo e acqua potabile. Le inondazioni hanno ulteriormente
peggiorato la situazione di un Paese poverissimo e devastato dal terremoto del 12
gennaio scorso, che ha fatto 222.500 morti e più di un milione di senza tetto. (Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 60 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.