2010-03-01 15:06:52

Convegni a Roma e Macerata sull'attualità di padre Matteo Ricci: intervista con mons. Giuliodori


L’attualità del messaggio di Padre Matteo Ricci e la sua metodologia missionaria. Queste le linee portanti dei due convegni internazionali, presentati oggi presso la nostra emittente dedicati al gesuita che si fece “cinese tra i cinesi”, nel IV centenario della morte. Il primo convegno si terrà a Roma domani, presso la Pontificia Università Gregoriana, con il titolo “In tutto mi accomodai a loro. Padre Matteo Ricci plasmato dai Cinesi”, mentre la seconda iniziativa avrà luogo a Macerata, dal 4 al 6 marzo, sul tema “Scienza Ragione Fede. Il genio di padre Matteo Ricci”. Alla Conferenza Stampa tra gli altri è intervenuto mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, presidente della Commissione episcopale Cei per la cultura e le comunicazioni sociali. Massimiliano Menichetti lo ha intervistato.RealAudioMP3

R. – Padre Matteo Ricci ha spalancato la possibilità di dialogo e di incontro tra l’Occidente e l’Oriente: sono due convegni di alto profilo teologico e culturale proprio per l’attualità del pensiero di Ricci che merita grande attenzione.

 
D. –A chi sono rivolti?

 
R. – Sono rivolti a tutti coloro che a vario titolo hanno interesse a comprendere come nella storia c’è un’opera, c’è un disegno di Dio che passa attraverso anche figure intraprendenti e Ricci è stata una figura straordinaria nel saper entrare dentro una cultura totalmente lontana e diversa e quindi si è fatto in tutto e per tutto cinese per poter portare a questo grande popolo quei valori e quella ricchezza propria e specifica del cristianesimo.

 
D. - Matteo Ricci porta una testimonianza ponendosi in ascolto. Un modello quanto mai attuale oggi?

 
R. – E’ attualissimo perché oggi la globalizzazione ci mette in contatto ravvicinato tra culture e tradizioni diverse e quindi siamo nella necessità di scegliere o la via della contrapposizione - e credo che questa non sia la strada né evangelica né di una saggezza umana - oppure la via della conoscenza, dell’accoglienza, del dialogo con l’altro e Matteo Ricci su questo è stato un maestro – vorrei dire – insuperabile e insuperato perché ha saputo entrare con un’arguzia e con una grande disponibilità d’animo nella sensibilità e nella cultura cinese e i cinesi lo hanno amato proprio per questo perché lo hanno sentito come uno di loro: senza in questo nascondere il significato e l’obiettivo della sua presenza in Cina che era quello di portare il Vangelo. Lui ha annunciato Gesù Cristo facendo capire che anche il confucianesimo in fondo è un terreno fertile proprio per incontrare quei valori che possono condurre ad accogliere la pienezza della Rivelazione che si è realizzata in Gesù Cristo. Credo che nel suo messaggio non c’è solo qualche cosa che riguarda il passato ma c’è un seme fecondo per il futuro. Quindi recuperarne la memoria e scoprirne l’attualità significa avere risorse e chances anche per il futuro nel dialogo tra Occidente e Oriente.

 
D . – I convegni presentano anche la riflessione su scienza, fede e religione…

 
R. - Sì, perché soprattutto in Occidente si è creata questa dicotomia tra la fede e la ragione e la scienza come se fossero incompatibili, inconciliabili, quasi nemiche l’una dell’altra e invece io credo che Matteo Ricci ci testimonia - sulla scia anche della “Fides et ratio - che non solo non c’è contrapposizione ma la fede illumina attraverso la ragione la comprensione della realtà e la ragione trova nella fede un compiersi anche di tutte quelle conoscenze e di quella comprensione profonda delle meraviglie del creato, dell’astronomia, della natura, della matematica, di tutte le scienze anche positive. Padre Matteo Ricci è testimone all’interno della cultura cinese di questa profonda armonia tra la fede, la ragione e la scienza.







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