2010-02-28 10:14:48

Un testo di denuncia e speranza: così il presidente delle Acli sul documento della Cei sul Sud


E’ un testo forte, ha smosso le coscienze di molti, anche non cattolici: stiamo parlando del documento pubblicato in questi giorni dalla Conferenza episcopale italiana intitolato: “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno". Tratta con coraggio di povertà, mafia, politica, economia, immigrazione. Vuole rilanciare la questione meridionale richiamando la responsabilità di tutti gli italiani, ma facendo leva sul protagonismo di quanti vivono nel Sud. Ascoltiamo in proposito del presidente delle Acli, Andrea Olivero, al microfono di Luca Collodi:RealAudioMP3

R. – Io credo davvero che sia una durissima denuncia di quei meccanismi malsani che hanno, in qualche modo, anche costretto il Mezzogiorno a rimanere indietro e a ritrovarsi in una situazione che, in molti casi, fatica a presentare elementi di speranza. Al contempo è un documento che attacca, che è duro, che è pesante, ma che stimola, che non chiude, che non si mette in un’ottica pessimistica, che è invece un po’ il sentire comune di questi giorni del Paese.
 
D. – I vescovi affermano che la questione meridionale in Italia non è chiusa e la questione meridionale in Italia è un tema che riporta alla storia di questo Paese…
 
R. – Sì, perché in realtà, la ricchissima tradizione ed anche le riflessioni che sono state fatte a più riprese nel nostro Paese non hanno portato poi a degli atti conseguenti: non si è riusciti cioè a trovare una via meridionale per lo sviluppo. E’ questo il punto essenziale. Il documento fa rilevare che ci sono stati tanti tentativi di andare ad affrontare le questioni, ma questi non hanno mai visto un vero coinvolgimento del Sud, con tutte le sue potenzialità. Se noi guardiamo a com’è stata sollevata la questione meridionale nel tempo, ci accorgiamo che ci sono stati due diversi approcci: il primo – diciamo - strumentale da parte di chi aveva interesse semplicemente a far arrivare risorse e poi in molti casi a portare queste risorse nelle proprie tasche o perfino in altri luoghi rispetto al Sud; e il secondo da parte di chi ha invece dato delle indicazioni e delle ricette nella storia - e il pensiero meridionalista è stato molte volte un pensiero soprattutto cattolico – utilissime, ma che non sono state poi seguite e in particolare non è stata colta l’opportunità dell’andare a coinvolgere le società del Sud nel suo percorso di crescita e di sviluppo. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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