Le Missioni Cristiane per i Ciechi nel Mondo rinnovano l’impegno per i bambini
del Congo
“Basta 1 euro al giorno per accendere una luce, per salvare la vista e la vita ad
un bambino”: è lo slogan della nuova campagna lanciata da Cbm, le Missioni Cristiane
per i Ciechi nel Mondo. L’Ong mette l’accento in particolare sulla difficile situazione
nella Repubblica Democratica del Congo e sottolinea che bastano 30 euro per curare
il tracoma in sei famiglie. Per una testimonianza sulle principali emergenze in Congo,
Alessandro Gisotti ha intervistato Giusy Laganà, portavoce di Cbm Italia:
R. – La grande
emergenza riguarda i bambini, i bambini soldato. Sono bambini portati via alle loro
famiglie e costretti a fare la guerra, bambini che, privati dei genitori che vengono
uccisi dai guerriglieri, sono provati dalla fame, rimasti orfani o all’interno di
famiglie estremamente povere. Sono spesso malati, soprattutto vittime di malattie
che colpiscono gli occhi, di cui Cbm si occupa. E un bambino che non vede, un bambino
che diventa cieco a causa della cataratta, un bambino che diventa cieco a causa di
un glaucoma, di patologie, di infezioni, vuol dire un uomo che non potrà nel futuro
essere utile al proprio Paese, alla propria società.
D.
– Peraltro, chiaramente, stiamo parlando di Paesi, in particolare il Congo, in cui
un bambino senza vista sarà un uomo senza sostegno, un uomo forse molto spesso, purtroppo,
destinato alla morte...
R. – Sì, perché già nella
nostra società, cosiddetta avanzata, una persona disabile è spesso una persona che
non riesce a vivere serenamente, in maniera indipendente, nella propria società. In
una cultura come la nostra c’è già poca attenzione al disabile, poca attenzione all’altro
che ha bisogno. In un Paese sottosviluppato, in un Paese così povero come il Congo,
Cbm fa il doppio del lavoro, perché deve educare le persone, deve educare la società
ad accogliere il disabile, a non pensare che il disabile sia malvagio, il diavolo
che si manifesta, e chissà cosa abbia compiuto in una vita precedente per diventare
così. Essere disabile per un bambino vuol dire davvero essere un peso per la sua famiglia,
quindi significa venire allontanato o significa spesso che la madre viene allontanata
con il bambino, perché ipoteticamente si pensa che sia lei la causa di quella disabilità
e che quindi abbia commesso chissà quale colpa.