Appello del Papa all'Angelus per i cristiani in Iraq e per i terremotati del Cile.
Per la Quaresima, l'invito a meditare assiduamente il Vangelo
Il Papa oggi all’Angelus, cui hanno partecipato alcune migliaia di fedeli in Piazza
San Pietro, ha lanciato due accorati appelli: per la sicurezza dei cristiani in Iraq,
dopo i numerosi attentati di questi giorni, e alla solidarietà per le popolazioni
terremotate del Cile. Quindi ha parlato del Vangelo di questa seconda Domenica di
Quaresima che racconta l’evento della Trasfigurazione di Gesù invitando tutti ad una
meditazione assidua del Vangelo, specialmente in questo periodo Quaresimale. Il servizio
di Sergio Centofanti:
Benedetto
XVI esprime “profonda tristezza” per “le tragiche notizie delle recenti uccisioni
di alcuni Cristiani nella città di Mossul” manifestando la sua “viva preoccupazione”
anche per “gli altri episodi di violenza, perpetrati nella martoriata terra irachena
ai danni di persone inermi di diversa appartenenza religiosa”. Notizie che il Papa
ha seguito costantemente anche durante la settimana di esercizi spirituali conclusa
ieri in Vaticano:
“In questi giorni di intenso
raccoglimento ho pregato spesso per tutte le vittime di quegli attentati ed oggi desidero
unirmi spiritualmente alla preghiera per la pace e per il ripristino della sicurezza,
promossa dal Consiglio dei Vescovi di Ninive. Sono affettuosamente vicino alle comunità
cristiane dell’intero Paese. Non stancatevi di essere fermento di bene per la patria
a cui, da secoli, appartenete a pieno titolo!”. In
questa “delicata fase politica che sta attraversando l’Iraq” il Papa rivolge il suo
appello alle Autorità civili, “perché compiano ogni sforzo per ridare sicurezza alla
popolazione e, in particolare, alle minoranze religiose più vulnerabili”:
“Mi
auguro che non si ceda alla tentazione di far prevalere gli interessi temporanei e
di parte sull’incolumità e sui diritti fondamentali di ogni cittadino. Infine, mentre
saluto gli iracheni presenti qui in Piazza, esorto la comunità internazionale a prodigarsi
per dare agli Iracheni un futuro di riconciliazione e di giustizia, mentre invoco
con fiducia da Dio onnipotente il dono prezioso della pace”. Quindi,
Benedetto XVI ha rivolto il suo pensiero alle popolazioni del Cile colpite dal terremoto
nella notte tra venerdì e sabato, che “ha causato numerose perdite in vite umane e
ingenti danni”:
“Prego per le vittime e sono spiritualmente
vicino alle persone provate da così grave calamità; per esse imploro da Dio sollievo
nella sofferenza e coraggio in queste avversità. Sono sicuro che non verrà a mancare
la solidarietà di tanti, in particolare delle organizzazioni ecclesiali”. Nella
sua catechesi il Papa ha parlato del Vangelo della seconda Domenica di Quaresima che
racconta l’episodio della Trasfigurazione, un “evento straordinario” – ha spiegato
– che si pone come “un incoraggiamento nella sequela di Gesù” che comporta il rinnegamento
di se stessi e il prendere ogni giorno la propria croce. “I tre discepoli che assistono
alla scena sono oppressi dal sonno”, rileva il Pontefice: “è l’atteggiamento di chi,
pur essendo spettatore dei prodigi divini, non comprende. Solo la lotta contro il
torpore che li assale permette a Pietro, Giacomo e Giovanni di ‘vedere’ la gloria
di Gesù”. Ma l’evento straordinario finisce e davanti agli occhi degli apostoli c’è
“Gesù solo”: “è tutto ciò che è dato ai discepoli e alla Chiesa di ogni tempo – afferma
il Papa - è ciò che deve bastare nel cammino. È lui l’unica voce da ascoltare” fino
a quando “trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”.
Benedetto XVI ricorda anche la richiesta di Pietro che vorrebbe restare sul Tabor
perché “è bello”: “espressione … che assomiglia spesso al nostro desiderio di fronte
alle consolazioni del Signore”:
“Ma la Trasfigurazione
ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono
luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché ‘Gesù solo’ sia la nostra
Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza”. Infine,
il Papa invita tutti, in questo periodo quaresimale, a meditare assiduamente il Vangelo
e si rivolge in particolare ai sacerdoti:
“Auspico,
inoltre, che in quest’Anno Sacerdotale i Pastori ‘siano veramente pervasi dalla Parola
di Dio, la conoscano davvero, la amino al punto che essa realmente dia loro vita e
formi il loro pensiero”.