Violenza contro i cristiani: editoriale di padre Lombardi
“Una via crucis senza fine”: così, il vescovo di Mossul, mons. Emil Shimoun Nona,
ha definito nei giorni scorsi le sofferenze che sta patendo la minoranza cristiana
irachena. In Iraq come in India e in tante altre aree del mondo, la Chiesa vive ancora
la dimensione del martirio come accadeva alle origini del Cristianesimo. Su queste
nuove persecuzioni anticristiane, ecco la riflessione del nostro direttore, padre
Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo
del Centro Televisivo Vaticano:
Di nuovo,
in questi giorni, si riaccende la violenza contro i cristiani. Qualche tempo fa, avevo
avuto in mano volantini di minacce terribili, che venivano distribuiti sistematicamente
a Mossul, in Iraq, nelle singole case dei cristiani invitandoli a lasciare la città.
I recenti omicidi efferati confermano la stessa strategia sistematica, contro cui
le autorità locali non sembrano capaci di portare rimedi efficaci. Come potranno sopravvivere
le comunità cristiane in queste condizioni? Eppure sono comunità autoctone, perfettamente
inserite nella cultura e nella storia locale, di cui costituiscono una componente
vitale. Non è odio contro l’occidente o lo straniero, ma contro la comunità cristiana.
L’Iraq
è oggi il caso più attuale, ma in alcune regioni dell’India le violenze anticristiane
continuano, come nel Pakistan e altri paesi dell’Asia e dell’Africa. Il fondamentalismo
religioso genera odio e violenza, e le minoranze religiose – e il cristianesimo è
minoranza in moltissime parti del mondo - ne fanno le spese.
Spesso
ci si appella alla comunità internazionale perché si mobiliti. Ma nel panorama attuale
del mondo occidentale molte forze sono all’opera per contestare o demolire la presenza
cristiana e il suo influsso nelle aree dove è, o era, maggioritaria. E’ realistico
attendersi una sua convinta difesa là dove è minoritaria e non conta molto dal punto
di vista degli interessi politici o economici?
I
cristiani – memori del destino del loro Maestro - non possono stupirsi di essere perseguitati,
ma la giustizia e il diritto dovrebbero valere dappertutto anche per loro.