2010-02-27 14:01:50

Terremoto in Cile di 8,8 gradi Richter: decine i morti. Allarme tsunami


Nella notte un terremoto di magnitudo 8,8 della scala Richter ha scosso il Cile. Il bilancio, purtroppo ancora provvisorio, è di oltre 80 morti. L’epicentro del sisma è stato registrato a circa 300 chilometri a sud della capitale Santiago, a 59 chilometri sotto il livello del mare. Adesso si teme che un terremoto di queste proporzioni abbia il potenziale di generare onde anomale devastanti. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

In Cile è stato dichiarato lo stato di catastrofe. A Santiago e in altre città si sono verificati crolli di edifici e ponti. L’interruzione dei collegamenti telefonici e della fornitura di energia elettrica rende difficili i soccorsi. L’aeroporto della capitale è stato chiuso, diverse aree del Paese sono al momento isolate. L'Unione Europea ha annunciato di esser pronta a fornire e a coordinare immediatamente gli aiuti. Alla prima scossa ne sono seguite altre ed è subito scattato l’allarme tsunami su tutto il Pacifico, dal Cile all’Antartide e alla Polinesia francese Sull'isola Juan Fernandez al largo di Valparaiso si è già abbattuta un'onda anomala che ha provocato gravi danni. In molte località costiere il mare si è ritirato e la popolazione ha cominciato a rifugiarsi nelle zone interne. Il presidente, la signora Michelle Bachelet, ha lanciato un appello alla calma e ha chiesto di rinviare il controesodo previsto per il fine settimana, l’ultimo delle ferie estive.
 
Il Cile, Paese che ha un’importante tradizione antisismica, sembra comunque preparato ad affrontare le conseguenze di un terremoto. A preoccupare è invece il possibile arrivo di uno tsunami. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il collega cileno della nostra emittente Luis Badilla:RealAudioMP3

R. – Essendo un Paese in gran parte costruito in modo antisismico, proprio per la sua natura di Paese fortemente sismico, il bilancio non dovrebbe essere troppo pesante. Il Cile è poi un Paese molto esteso, e tranne nelle grandi città – cinque o sei – gran parte della popolazione vive in case di un piano. Non ci sono, ad eccezione della capitale e forse di Concepcion, dove è stato l’epicentro del sisma, di città con tanti grattacieli o palazzi, che alla fine intrappolano la gente. Ma quello che sembra evidente, anche dalle prime immagini che arrivano, è che i danni saranno ingenti, perché il terremoto e le successive scosse, abbastanza anomale dal punto di vista del grado, pare che abbiano coinvolto una superficie lunga duemila chilometri. Ecco perché, pur essendo l’epicentro in una specifica regione del Cile, a sud della capitale, il satellite della Nasa, secondo la Cnn, osserva onde anomale che viaggiano verso buona parte della costa pacifica, dalla California fino al Cile.
 
D. – Adesso a destare preoccupazione è proprio il possibile arrivo in diversi Paesi latino-americani di un’onda anomala. C’è per la popolazione il tempo di mettersi in salvo?
 
R. – Penso che ci sia il tempo per mettere in salvo gran parte della popolazione. Il Cile ha molte città costiere e hanno tutte vie di fuga abbastanza rapide e immediate. Se il governo si mobilita, si può evitare il peggio. Ma sono a rischio anche altri Paesi come il Perù, la Colombia, l’Ecuador, che hanno una “tradizione sismica” inferiore e sono meno preparati.

Nel Pacifico è stata dunque già riscontrata la formazione di onde anomale, come conferma anche il dott. Alberto Michelini, funzionario della sala sismica dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, intervistato da Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

R. – Si è verificato uno tsunami e in questo momento non sappiamo stabilirne esattamente quale sia la portata. Le poche registrazioni che sono disponibili, hanno effettivamente misurato l’onda di tsunami: i valori vanno dalle poche decine di centimetri a due metri e mezzo. Poi dipende anche molto da dove sono poste queste stazioni che hanno registrato tali onde anomale. Al momento attuale è molto difficile dare un quadro accurato sullo tsunami che è in atto.
 
D. – Il Cile ha il triste primato del terremoto più forte mai registrato, quello di magnitudo 9,5 del maggio 1960, poi c’è stato questo di 8,8. Perché questi terremoti, con questa intensità?
 
R. – Tra la placca sudamericana e la placca di Nazca, che è nel Pacifico, è in opera una subduzione, una zona di raccorciamento crostale. E’ un margine di placca, dove si verificano terremoti. E’ una zona dove c’è una convergenza tra la placca di Nazca e quella sudamericana, che è abbastanza veloce. Si parla di quasi una decina di centimetri all’anno che si avvicinano alle due placche. Quindi c’è un’energia di deformazione che è energia elastica e si accumula; dopo si libera su diversi segmenti, che praticamente costeggiano longitudinalmente tutta la costa del Cile.







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