Le Acli chiedono al governo italiano di promuovere una nuova politica industriale
Attuare una nuova strategia di politica industriale, investire nella formazione per
“migliorare le competenze professionali”, estendere l’indennità di disoccupazione
“a tutti i lavoratori”. Sono le richieste avanzate dalle Associazioni cristiane lavoratori
italiani (Acli) in un documento a sostegno della campagna di raccolta firme incentrata
sul tema: “Verso uno Statuto dei lavoratori. Più diritti e tutele per tutti”. Al governo
di italiano si richiede, in particolare, di individuare e attuare una nuova strategia
di politica industriale “che tenga presente la vocazione manifatturiera”, investendo
in quei settori in cui “l’Italia è ancora all’avanguardia”. Una politica industriale,
si legge nel documento, “che valorizzi le diversità strutturali e vocazionali delle
‘economie’ del Paese e dedichi un’attenzione specifica alla sostenibilità ambientale,
sviluppando le diverse filiere produttive presenti sul territorio, investendo soprattutto
nei settori di maggiore potenzialità, anche grazie ad una leva fiscale differenziata
per i settori strategici”. Sono anche urgenti politiche formative, necessarie per
contrastare il basso tasso d’occupazione. “Per riconoscere il diritto alla formazione
permanente di ogni lavoratore – si sottolinea nel documento delle Acli ripreso dal
Sir – bisogna certificare le competenze acquisite nei percorsi formativi realizzati
all’interno delle imprese e dare la possibilità ai lavoratori di frequentare attività
formative”. A tal fine “è indispensabile riconoscere il diritto individuale alla formazione
introducendo la detraibilità fiscale dei costi sostenuti da ogni lavoratore per il
proprio miglioramento professionale”, nonché dando vita a “un sistema nazionale di
certificazione delle competenze”. Le Acli chiedono inoltre una riforma degli ammortizzatori
sociali che punti a “superare il dualismo del mercato del lavoro, che oggi sfavorisce
i lavoratori cosiddetti atipici e quelli delle piccole e piccolissime imprese”. Si
richiede infine l’estensione della Cassa integrazione “a tutti i settori produttivi
e a tutte le tipologie contrattuali in caso di ristrutturazione e crisi aziendale”
e l’indennità di disoccupazione “a tutti i lavoratori, atipici compresi, che abbiano
maturato 12 mesi di lavoro, introducendo l’obbligo di partecipazione attiva a percorsi
d’inserimento o reinserimento lavorativo”. (A.L.)