Il cardinale Bagnasco: un'umanità senza Cristo procede verso la barbarie
“Allontanare Cristo dall’orizzonte dell’esistenza personale e civile significa perdere
progressivamente ed inesorabilmente il senso dell’umano, significa sottometterlo al
più forte ed al più efficiente”: ad affermarlo è stato ieri sera l’arcivescovo di
Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), cardinale Angelo Bagnasco,
nella riflessione pronunciata al termine della Via Crucis diocesana che si è svolta
in Piazza della Vittoria. Senza Cristo, ha aggiunto il porporato, “non c’è vera pietà,
né amore senza fedeltà alla vita umana”. “La civiltà si imbarbarisce, l’umanità diventa
disumana” perché “Gesù rappresenta una linea di confine tra un umanesimo umano e un
umanesimo disumano”. “Allontanarsi da Cristo - ha affermato il presidente della Cei
– significa allontanarsi dal fondamento dell’uomo, dal criterio per giudicare se l’umanità
è umana o se corre verso la barbarie”, per giudicare “se la civiltà è civile o regredisce
nell’inciviltà nel ripiegamento su sé stessa nel segno del più forte, del più potente
e del più efficiente”. “E’ Cristo - ha concluso il cardinale Angelo Bagnasco - il
criterio di giudizio per giudicare se il progresso è vero o se è un regresso”. (A.L.)