Si è fermata a Isola Serafini l'onda nera nel Lambro
La massa oleosa che dal Lambro si è riversata nel Po si è fermata a Isola Serafini.
La notizia arriva dal capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, convinto che
dalle barriere predisposte lungo il fiume sia sfuggito al massimo il 5-10 per cento.
Per Bertolaso è anche molto difficile che gli idrocarburi possano arrivare alla falda
acquifera. Nel pomeriggio, comunque, vertice in Prefettura a Milano per fare il punto
della situazione. Alessandro Guarasci ha intervistato Gianni Tartari dell’Istituto
di ricerca sulle acque del Cnr che ha sede a Brugherio, vicino a Monza.
R. – Di fatto
questa emissione, qui a Monza, nella posizione nord-occidentale, ha determinato poi
attraverso il reticolo idrografico tutta una situazione negativa, che si spinge addirittura
fino al mare Adriatico.
D. – Secondo lei è possibile,
come dice Bertolaso, che entro 24 ore gran parte degli idrocarburi, potrebbero essere
recuperati?
R. – Il problema è quello che non è visibile,
cioè quello che si è depositato, quello che si è disperso. Desta preoccupazione perché
le migliaia di sostanze organiche di cui queste miscele di petrolio e di gasolio sono
costituite è chiaro che non possono essere recuperate e devono essere assorbite dall’ambiente
stesso. Il grande dilemma è quanto tempo ci vorrà e quali saranno le conseguenze sulla
fauna e sulla flora del fiume.
D. – Per l’attività
umana quali sono i rischi?
R. – L’unico problema
è che nella parte terminale del Po, l’acqua viene utilizzata a scopo potabile. Pensi
soltanto a Ferrara e a tutto il ferrarese, che adesso si sta attrezzando per vedere
l’arrivo dell’onda, chiudere gli impianti per il periodo del passaggio e poi mettere
in atto tutti quelli che sono gli strumenti necessari, per riprendere a pescare acqua
da distribuire.
D. – Forse, però, servono normative
più stringenti per alcuni settori industriali che poi sono a ridosso di grossi bacini...
R.
– Credo che abbiamo tutto già disponibile. D’altronde questo, purtroppo, è un atto
vandalico. E’ veramente una cosa inammissibile sul piano culturale.