2010-02-26 15:22:57

Nuovo duro attacco dei talebani nel cuore di Kabul: almeno 17 morti


Nuovo attacco dei talebani nel cuore della capitale afghana Kabul: un commando di almeno otto assalitori - cinque i kamikaze secondo i talebani, tre per la polizia - ha preso di mira un'area frequentata da stranieri che ospita diversi hotel, tra cui il Safi Landmark Hotel, la Park Residence Guesthouse, dove si trovava l'italiano Pietro Antonio Colazzo, e l'Hamid Hotel. Si parla di almeno 17 morti: tra questi, dieci indiani, un francese e appunto un funzionario italiano della presidenza del Consiglio. La dinamica dell'assalto resta incerta: il commando è entrato in azione verso le 6.30 (le 3 italiane) quando le strade erano deserte anche per la festività islamica del venerdì, che quest'anno coincide con le celebrazioni del Mulud, il genetliaco del profeta Maometto. I talebani avevano sferrato un poderoso attacco il 18 gennaio scorso, mentre il presidente Karzai si apprestava ad officiare il giuramento di 14 dei 25 ministri del futuro governo. Sui motivi che hanno spinto i kamikaze a colpire stamane una zona frequentata da stranieri, Giada Aquilino ha intervistato il prof. Marco Lombardi, coordinatore delle attività in Afghanistan dell’Università Cattolica di Milano, appena rientrato da Herat:RealAudioMP3

R. – Sicuramente possiamo fare una prima ipotesi che riguarda l’interesse a colpire gli stranieri che sempre di più partecipano ad attività di cooperazione in Afghanistan. Dall’altra è, però, opportuno chiarire rispetto a questo specifico attentato che il target indiano sembra emergere con una certa decisione per quanto riguardo almeno i feriti ed i morti. Dobbiamo ricordare che l’Afghanistan sta diventando un teatro particolare di un vecchio scontro, quello cioè tra Pakistan e India. Queste sono giornate in cui stanno ricominciando alcuni colloqui; c'è una situazione in cui Afghanistan e Kashmir trovano nuove connessioni, in cui i territori del nord pachistano ed el Fatah sono sempre più vicini agli insorti afghani.
 
D. – Quindi, da una parte collegamenti con gli equilibri dell’area asiatica, dall’altra si parla anche di sparatorie sul terreno a Kabul con un italiano ucciso. Qual è la linea dei ribelli?
 
R. – Sicuramente l’interesse dei ribelli è quello di avere un Afghanistan destabilizzato e lo è in questo momento. Questo riconduce alle tensioni dell’area perché ho citato l’India e il Pakistan come probabilmente attori di scontro in quest’area, ma se ci spostiamo ad est e quindi andiamo ad Herat, forse un'eguale instabilità è favorita dal vicino iraniano, che teme il collegamento ad est degli americani, che stanno per aprire un consolato.
 
D. – Lei è appena tornato da Herat, che progetti ha l’Università Cattolica di Milano in Afghanistan?
 
R. – Abbiamo sottoscritto un Protocollo di intesa tra Università Cattolica ed Herat University, avviando un corso annuale sullo sviluppo e mettendo al centro donne e famiglie come motori di sviluppo nel nuovo Afghanistan. Accanto a questo partiranno poi alcuni interventi richiesti dalla Provincia di Herat, che sono di supporto alla Facoltà di giornalismo ad Herat e alle insegnanti donne nel mondo della scuola pubblica afghana.
 
Siria - Ahmadinejad
Il leader del movimento sciita libanese anti-israeliano Hezbollah, Hassan Nasrallah, si è recato a Damasco per incontrare il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad. Lo riferisce stamani l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana. L'agenzia, che pubblica una foto di Nasrallah mentre conversa con Ahmadinejad e il presidente siriano Bashar al Assad, precisa che Nasrallah, a capo di una folta delegazione del suo partito, è stato invitato ieri sera alla cena d'onore organizzata dallo stesso Assad in occasione della visita ufficiale di Ahmadinejad a Damasco. All'incontro hanno partecipato anche i ministri degli esteri di Siria, Walid al Muallim, e di Iran, Manuchehr Mottaki. Sin dalla sua nascita nella metà degli anni '80, Hezbollah mantiene strettissimi legami politici, economici e ideologici con la Repubblica islamica. Secondo fonti di stampa straniere, durante la sua breve visita a Damasco, Ahmadinejad ha ieri incontrato anche i leader in esilio in Siria di Hamas e Jihad islamica.

Turchia - arresti presunto golpe
Il premier turco Tayyip Erdogan ha lanciato oggi un monito alle forze armate affermando che “nessuno è al di sopra della legge”. La dichiarazione di Erdogan è venuta a poche ore dall'annuncio dell'arresto, stamani, di altri 18 alti gradi militari accusati di complotto contro lo Stato. Diventano così 31 i militari arrestati con l’accusa di aver complottato nel 2003 per rovesciare il governo turco del partito di radici islamiche "Giustizia e Sviluppo" (Akp).

Italia - evasione fiscale
Nuova operazione in Italia dell'Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza per recuperare grosse somme di danaro scovate nei cosiddetti “paradisi fiscali” e sottratte alle tasche degli italiani. L'operazione degli investigatori del Fisco sta interessando oltre 2.000 contribuenti italiani che hanno trasferito all'estero tra il 2007 ed il 2008 oltre 2 miliardi di euro. “Le persone sotto inchiesta sono fortemente sospettate - riferiscono le Fiamme Gialle e l'Agenzia delle Entrate - di aver evaso e trasferito l'ingente bottino: pesanti le conseguenze per coloro che non saranno in grado di dimostrare la regolarità delle operazioni scoperte”. Le indagini in corso nei confronti dei soggetti che risultano più pericolosi per il fisco sono condotte - riferisce una nota - congiuntamente dai Reparti Speciali della Guardia di Finanza e dalla nuova Task Force contro l'evasione fiscale internazionale dell'Agenzia delle Entrate. La maggior parte dei soggetti sottoposti ad accertamenti sono residenti in Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Unica Regione virtuosa, secondo quanto risulta dalle indagini in corso da parte dell'amministrazione fiscale, è la Val d'Aosta.

Italia - inchiesta riciclaggio
L'operazione del Ros è scattata nelle prime ore di questa mattina, nel quartiere Collina Fleming, dove i carabinieri hanno trovato il magazzino all'interno del quale era custodito quello che si ritiene sia solo “un primo tesoretto” dell'organizzazione capeggiata da Mokbel e responsabile, secondo l'accusa, del riciclaggio di ingentissimi capitali illegali. Si tratta, spiegano gli investigatori, di migliaia di dipinti di alto valore, serigrafie, litografie e decine di sculture: opere d'arte nelle quali la presunta associazione per delinquere reimpiegava parte degli enormi cespiti illegalmente acquisiti. Sono opere di importanti artisti contemporanei e moderni tra cui spiccano i nomi di De Chirico, Capogrossi, Tamburri, Schifano, Borghese, Palma, Clerici e Messina. Le opere d'arte sono ora all'esame degli specialisti del Comando Tutela patrimonio culturale dell'Arma.

Processo Mills - prescrizione del reato
La prescrizione del reato ha salvato l'avvocato inglese David Mills dalla condanna a quattro anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari. Lo hanno deciso ieri - dopo quattro ore e mezzo di intensa camera di consiglio – le Sezioni Unite penali della Cassazione. Ma l'annullamento senza rinvio del verdetto emesso dalla Corte di Appello di Milano, lo scorso 27 ottobre, non ha travolto la condanna al risarcimento in favore di Palazzo Chigi, liquidato in 250 mila euro. Mills, infatti, non è stato prosciolto nel merito - così come chiesto dal sostituto procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani - e, per questo, dovrà rifondere “il danno all'immagine” subito dalla Presidenza del Consiglio per l'intralcio al corretto funzionamento della giustizia prodotto dalle testimonianze reticenti fornite nei processi "All Iberian" e "Tangenti alla Guardia di Finanza". Il processo 'gemello' nel quale è imputato, per la stessa vicenda, il premier Silvio Berlusconi, riprenderà sabato innanzi al Tribunale di Milano.

A marzo, Papandreu alla Casa Bianca
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiamato il premier greco Giorgio Papandreou invitandolo alla Casa Bianca, e il governo di Atene giudica “importante” l'iniziativa di Washington “nella difficile congiuntura in cui si trova la Grecia”. Secondo quanto rendono noto fonti governative, il programma della visita, che si svolgerà il 9 marzo, avrà al centro temi di politica internazionale, dalla Turchia a Cipro sino alla Macedonia. Ma le fonti sottolineano soprattutto “l'appoggio politico” che l'invito sottintende. Appoggio in un momento in cui la Grecia è travolta dalla crisi. Il portavoce del governo Giorgio Petalotis ha detto che “nella difficile congiuntura in cui si trova la Grecia, questo contatto internazionale è molto importante”. E il quotidiano socialista Ethnos titola “Appoggio politico di Obama a Papandreou e al suo governo”.

Strage alla moschea di Timbuctu
È salito a 24 morti il bilancio di una ressa nei dintorni della moschea di Djinbereguer, a Timbuctu, nel Mali. Lo affermano fonti della polizia e dell'ospedale, che hanno anche parlato di almeno 55 feriti. La strage è avvenuta su uno stretto sentiero che portava nella moschea più grande della città. I fedeli si erano riuniti in quella zona per la festa del Mouloud, l'annuale anniversario della nascita alla Mecca, nel 570, del profeta Maometto. “Qualcuno ha gridato: 'c'è un morto', ed è scoppiato il panico”, ha detto un responsabile del Comune che ha chiesto l'anonimato.

Obama - riforma sanitaria
Sono pronto ad andare avanti anche da solo: sono parole del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, a conclusione del vertice bipartisan sulla Sanità, convocato da lui e svoltosi ieri alla Casa Bianca. Un dibattito intenso, con tanti momenti di tensione, seguito in diretta tv da milioni di americani. Il servizio è di Elena Molinari:RealAudioMP3

Non so se le nostre differenze potranno essere colmate: Barack Obama ha chiuso così, con una nota di pessimismo, l’incontro, convocato ieri, per cercare un compromesso con i repubblicani sulla riforma sanitaria. Negli animati scambi di battute, democratici e repubblicani sono apparsi inamovibili nelle loro posizioni, nonostante la richiesta di Obama di cercare un terreno comune. “Sulla sanità abbiamo un’idea migliore della vostra”, ha esordito Lamar Alexander, senatore conservatore del Tennessee, che è stato protagonista di un vero e proprio battibecco con Obama. Il presidente ha avuto un intenso scambio di opinioni anche con John McCain, suo ex rivale alle presidenziali, e di fronte al muro dell’opposizione il presidente Usa starebbe già pensando a ridimensionare drasticamente la sua riforma della sanità, pur di non vederla fallire. Il "piano B" di Obama estenderebbe copertura assicurativa a soli altri 15 milioni di cittadini, un terzo rispetto ai 46 milioni del testo originario ormai abbandonato, insieme all’idea di creare una sorta di assicurazione sanitaria pubblica.
 
Nuova condanna agli arresti domiciliari per Aung San Suu Kyi
La corte suprema del Myanmar ha confermato la condanna a 18 mesi di arresti domiciliari per la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, accusata di aver ospitato illegalmente un cittadino americano. Per questo motivo, il premio Nobel per la pace non potrà partecipare alle elezioni annunciate dal regime per il prossimo mese di ottobre. La comunità internazionale guarda con preoccupazione all’appuntamento elettorale, ma proseguirà nella mediazione con la giunta militare al potere. Eugenio Bonanata ne ha parlato con Piero Fassino, inviato speciale dell’Unione Europea per la Birmania:RealAudioMP3

R. – In questi ultimi mesi c’è stato una forte accelerazione dell’iniziativa della Comunità internazionale. Gli americani hanno messo in campo una strategia di colloqui con Paesi asiatici importanti come l’Indonesia, la Thailandia, il Vietnam, che è il presidente dell’Asean, la stessa Cina. Hanno rafforzato l'iniziativa in questa direzione. L’Unione Europea si muove nello stesso senso e io stesso sto preparando la mia visita in Myanmar nei prossimi mesi, così da avere in loco tutti i colloqui e gli incontri necessari per verificare se sia praticabile una strategia, che consenta alle elezioni del 2010 di essere il passaggio ad una nuova fase. La stessa Aung San Suu Kyi ha assunto negli ultimi mesi un atteggiamento molto pragmatico, reso esplicito dalla lettera che Aung San Suu Kyi ha inviato a Than Shwe, il generale che guida la Giunta birmana, dicendosi disposta a collaborare con le autorità al potere affinché si apra un dialogo vero, effettivo, concreto e si possa andare ad elezioni che siano credibili, trasparenti ed effettivamente democratiche. È questo, quindi, il fronte sui cui bisogna continuare a lavorare. Naturalmente la sentenza di oggi, che – ripeto – era scontata, non aiuta e non facilita questo lavoro.
 
Nucleare nord coreano - missione Usa nella regione
Stati Uniti e Corea del Sud sono convinti che i colloqui a Sei sul nucleare nordcoreano “alla fine riprenderanno”, anche se al momento non è possibile fissare una scadenza precisa. È quanto ha detto a Seul Steven Bosworth, il responsabile statunitense per le questioni nordcoreane, al termine della visita in Corea del Sud, seconda tappa dopo Pechino della missione asiatica che lo porterà nel pomeriggio a Tokyo. L'inviato americano ha ribadito la posizione di Washington in merito alla questione del trattato di pace tra le due Coree, tecnicamente ancora in stato di guerra dopo il conflitto del 1950-53, sul quale si potrà discutere “solo dopo il ritorno di Pyongyang al tavolo dei negoziati per la denuclearizzazione della penisola”. Nella tappa in terra cinese, Bosworth ha incontrato il rappresentante di Pechino per gli affari della penisola coreana, Wu Dawei, con il quale ha convenuto sulla necessità di rafforzare l'impegno in vista della ripresa dei colloqui a Sei (che coinvolgono le due Coree, Cina, Russia, Usa e Giappone), fermi dalla fine del 2008. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 57
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