Mons. Agostino Superbo: politici nuovi e seri per rilanciare il Paese
Rilanciare la speranza in Italia rilanciando lo sviluppo nel Sud del Paese: è lo scopo
del documento pubblicato dalla Conferenza episcopale italiana intitolato: “Per un
Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno". Ce ne parla mons. Agostino Superbo,
arcivescovo di Potenza e vicepresidente della Cei per il Sud, al microfono di Luca
Collodi:
R. – Lo scopo
è anzitutto pastorale ed è per questo che l’idea centrale è quella – come spesso anche
il Santo Padre ci dice – della centralità eucaristica. E’ un discorso che facciamo
a noi e alle nostre comunità, affinché si riprenda vigore, si riprenda speranza e
senza adattarci alla situazione presente e con grande fiducia. Si tratta, quindi,
di un discorso di tipo pastorale. Questo tipo di pastorale, però, non può non avere
dei riflessi nel dialogo con il mondo che ci circonda e soprattutto con la realtà
italiana e quindi con i politici, con gli economisti, con gli uomini di cultura e
con la gente semplice, che qui da noi è la prima a soffrire le conseguenze negative
di una situazione di difficoltà economica. La disoccupazione avanza, la povertà ha
raggiunto proporzioni mai raggiunte dagli ultimi 20 anni. Tutto questo ci allarma.
D.
– Mons. Superbo, voi fate un accenno nel documento anche alla tenuta della democrazia
di questo Paese e auspicate una nuova classe politica, guardando anche ai cattolici
impegnati nel sociale...
R. – E’ chiaro che l’impegno
educativo nell’azione pastorale della Chiesa viene prima di ogni altra cosa. I politici
non si improvvisano dall’oggi al domani, ma si tratta di una coscienza profondamente
cristiana, radicata nella comunità, che si affaccia sul mondo civile e sente sua responsabilità
la costruzione di una città terrena a misura d’uomo, che crea poi – secondo le vocazioni
del Signore e le qualità di ognuno – uomini politici seri e nuovi nel modo di porsi,
che è un modo di porsi unico: servizio umile al bene comune e senza altre prospettive
né di gruppo né di parte né di interesse personale. Voglio, però, anche aggiungere
che il Sud ha le risorse per andare avanti, le possiede e il Signore gliele ha date
sia ecclesiali che umane, sia culturali che economiche e vanno prese in mano con gratitudine
e con amore e fatte esplodere benevolmente e a beneficio dell’Italia. Noi desideriamo
che l’Italia non solo si preoccupi per il Sud, ma che accolga anche quanto di bene
il Sud può dare a tutta l’Italia.