La Chiesa filippina contro la distribuzione di preservativi: non frena l'Aids
“Per contrastare l’aumento dei casi di Aids nel Paese occorre bandire la prostituzione
e il sesso libero e non sponsorizzare l’utilizzo dei preservativi”, così mons. Oscar
Cruz, arcivescovo di Lingayen-Dagupan commenta l’ultima provocazione del governo che
incurante delle proteste di vescovi
e cattolici, il 14 febbraio ha distribuito gratis preservativi nei quartieri di Manila.
Secondo quanto riferisce Asia News, Esperanza Cabral, responsabile del dipartimento
di salute, vede nell’opposizione della Chiesa al condom la causa principale della
diffusione della malattia e dice che non fermerà il programma di distribuzione. Dal
canto loro i vescovi, che da tempo criticano la promozione del preservativo tra la
popolazione, chiedono le sue dimissioni. A differenza del governo, i cattolici propongono
l’astinenza dei rapporti e la sacralità della sessualità come soluzione più efficace
al contagio da Aids. “La Cabral – afferma ancora mons. Cruz - sta costringendo la
Chiesa al silenzio ed è curioso che il governo consenta l’apertura di alberghi a ore
e case di appuntamenti che sono uno dei principali luoghi di diffusione della malattia”.
Nel 2007 il tasso di riconoscimento dell’Aids è stato di una persona al giorno e
nel 2009 la media giornaliera aumentata a due. Negli ultimi due mesi la malattia è
stata riscontrata in quattro individui ogni giorno. Nonostante l’incremento, le Filippine
sono però il Paese dell’Asia con il minor numero di malati di Aids. A tutt’oggi risiedono
nel Paese circa 4.400 malati di Aids-Hiv a fronte di una popolazione di 90 milioni
di persone. Antonio Rymundo, direttore del dipartimento di patologie cliniche presso
l’ospedale dell’Università cattolica di Santo Tomas, afferma: “L’aumento dei malati
non è indice di un’epidemia di Aids e la distribuzione del preservativo non può risolvere
il problema”. (M.G.)