Il Magnificat di Maria, tema della sesta giornata di Esercizi Spirituali quaresimali
predicati al Papa e alla Curia
Penultima giornata di Esercizi spirituali per la Quaresima, in Vaticano. Oggi il Papa
e i suoi collaboratori della Curia vivono una Giornata mariana. Temi delle
meditazioni, proposte dal predicatore don Enrico Dal Covolo, sono infatti Il “Magnificat
di Maria” e “Il racconto dell’Annunciazione”. Il teologo salesiano proporrà anche
una meditazione sul Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II. Sul profondo significato
del Magnificat, Alessandro Gisotti ripropone alcune riflessioni di Benedetto
XVI:
Il Magnificat
di Maria, sottolinea Benedetto XVI, ci insegna che Dio “si schiera dalla parte degli
ultimi”. Duemila anni fa come oggi, il mondo sembra dire che “i superbi, i potenti
e i ricchi” trionfano sui piccoli. Ma, avverte il Papa, il progetto di Dio capovolge
i riferimenti sui quali l’umanità preferisce edificare il suo futuro.
“L’umile
è percepito come un rinunciatario, uno sconfitto, uno che non ha nulla da dire al
mondo. Invece questa è la via maestra, e non solo perché l’umiltà è una grande virtù
umana, ma perché, in primo luogo, rappresenta il modo di agire di Dio stesso”. (Messa
dell’Agorà di Loreto, 2 settembre 2007) “La
sua forza segreta – ci rassicura il Papa – è destinata alla fine a svelarsi, per mostrare
chi sono i veri eletti di Dio”:
“Coloro che lo
temono’, fedeli alla sua parola; ‘gli umili, gli affamati, Israele suo servo’, ossia
la comunità del popolo di Dio che, come Maria, è costituita da coloro che sono ‘poveri’,
puri e semplici di cuore”. (Udienza generale, 15 febbraio 2006) Maria
canta la sua umiltà e con essa la grandezza di Dio. Le parole della cugina Elisabetta,
“Benedetta tu fra le donne, benedetto il frutto del tuo grembo”, accendono nel suo
spirito un cantico di lode al Signore che ha guardato l’umiltà della sua serva:
“L’anima
mia magnifica il Signore'. Maria riconosce la grandezza di Dio. Questo è il primo
indispensabile sentimento della fede; il sentimento che dà sicurezza all’umana creatura
e la libertà dalla paura, pur in mezzo alle bufere della storia". (Celebrazione per
la fine del Mese Mariano, 31 maggio 2008) Il
cantico di lode del Magnificat, è la riflessione del Pontefice, è “un’autentica e
profonda lettura teologica della storia”. Una lettura, ribadisce, “che noi dobbiamo
continuamente imparare” da Maria la cui fede “è senza ombre e senza incrinature”.
Maria, con la sua umiltà, ci indica la relazione inscindibile tra la grandezza del
Creatore e della sua creatura:
“Dove scompare
Dio, l’uomo non diventa più grande; perde anzi la dignità divina, perde lo splendore
di Dio sul suo volto. (…) Solo se Dio è grande, anche l’uomo è grande. Con Maria dobbiamo
cominciare a capire che è così. Non dobbiamo allontanarci da Dio, ma rendere presente
Dio”. (Messa dell’Assunta, 15 agosto 2005) Questa
sesta giornata di Esercizi Spirituali, incentrata sulla spiritualità mariana, è dedicata
anche a Giovanni Paolo II, il Papa del “Totus tuus” a Maria. “La Vergine Madre
- scrive nella 'Redemptoris Mater' - è costantemente presente” nel “cammino di fede
del popolo di Dio verso la luce”. “Lo dimostra in modo speciale – prosegue Papa Wojtyla
– il cantico del «Magnificat», che, sgorgato dal profondo della fede di Maria
nella visitazione, non cessa nei secoli di vibrare nel cuore della Chiesa”. In
questo Anno Sacerdotale, risuona poi quanto mai attuale il richiamo alla Vergine nella
“Pastores Dabo Vobis” “Ogni aspetto della formazione sacerdotale – si legge nell’Esortazione
post-sinodale – può essere riferito a Maria come alla persona umana che più di ogni
altra ha corrisposto alla vocazione di Dio”. Maria, ci ricorda Karol Wojtyla, “si
è fatta serva e discepola della Parola sino a concepire nel suo cuore e nella sua
carne il Verbo fatto uomo per donarlo all'umanità”.