L'impegno dell'associazione "Ali per Volare" per la popolazione della Repubblica Democratica
del Congo
Portare la speranza laddove ve n’è più bisogno. E’ questa la motivazione che ha spinto
l’Ong “Ali per Volare Onlus” a realizzare con soli 45mila euro di bilancio un’ambiziosa
missione umanitaria in Repubblica Democratica del Congo. La missione intitolata "Cuore
per la vita" ha permesso di vaccinare circa 22mila persone nei villaggi dei pigmei
e dei Bantu della regione di Likouala. In passato questa piccola associazione siciliana
si era già adoperata per la costruzione di due orfanotrofi in Congo Brazzaville e
a Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo. Stamani, presso la Camera dei Deputati
a Roma è stato presentato il reportage ‘Sud chiama Sud’ firmato dal fondatore di "Ali
per Volare Onlus", il cantautore Rino Martinez, Stefano Leszczynski
lo ha intervistato:
"Una realtà
davvero sconcertante, perché quei territori ancora oggi sono oggetto di attenzioni
anche di molte realtà che nel mondo tendono a sfruttare una serie di materie prime
come il legno e i minerali. Per utilizzare queste risorse si vogliono mandare via
i popoli che sono legittimati a vivere in quei luoghi. Mandarli via significa anche
ucciderli, purtroppo. Quindi, noi tendiamo la mano a loro e diciamo al mondo intero:
puntiamo i riflettori su questo mondo dell’Africa equatoriale che sta morendo senza
la nostra attenzione". Una missione, quella portata avanti dai
membri dell’associazione "Ali per Volare", che è stata definita “una goccia nel mare”.
Una goccia tuttavia fondamentale per la vita di migliaia di bambini, donne e uomini
che ogni giorno rischiano di morire per malattie che nel mondo sviluppato sono ormai
considerate banali. Una strage silenziosa che avviene sotto gli occhi della comunità
internazionale e che rischia di portare all’estinzione i popoli indigeni della grande
foresta equatoriale. Il commento di mons. Salvatore Di Cristina,
arcivescovo di Monreale e sostenitore dell’iniziativa:
"E’
molto significativo il titolo che si è voluto dare a questa manifestazione: ‘Sud chiama
Sud’. E’ il Sud povero che chiama il Sud anch’esso povero ma che nel rapporto ha qualcosa
da dare. Purtroppo, l’Africa è stata nel passato oggetto di molta attenzione, ma era
un’attenzione molto interessata, quella europea in particolare. Oggi sarebbe il caso
di cambiare completamente registro".