2010-02-25 15:43:11

La Siria difende il diritto dell'Iran al nucleare per scopi pacifici


“L'Iran ha il diritto di proseguire il suo programma di arricchimento dell'uranio per scopi pacifici”. Lo ha detto il presidente siriano, Bashar al Assad, al termine dell'incontro a Damasco col suo omologo iraniano, Ahmadinejad. Al termine di un'ora di colloqui, i due capi di Stato si sono presentati di fronte ai giornalisti per una conferenza stampa. Di quanto emerso dall’incontro e delle ultime notizie in tema di nucleare iraniano, riferisce nel suo servizio Fausta Speranza.RealAudioMP3

Il presidente siriano è chiaro: “Gli attacchi all'Iran per il suo programma assomigliano a una nuova operazione di colonialismo e di controllo occidentale della regione”. E ironizzando, risponde altrettanto chiaramente a Hillary Clinton: il segretario di Stato Usa, che aveva chiesto ieri a Damasco di prendere le distanze da Teheran, oggi si è sentita replicare da Assad che ha firmato con Ahmadinejad “l'accordo di distanziamento”. Il presidente iraniano incalza: ci chiedono di aumentare la distanza tra i nostri due Paesi ma distanza non esiste proprio. Quando si placano le risatine dei giornalisti presenti, Assad riprende e seriamente ribadisce “la profondità dei rapporti bilaterali e l'intenzione di migliorarli e rafforzarli a tutti i livelli". L'ultima visita del presidente iraniano a Damasco risale al maggio dell'anno scorso. Siria e Iran sono da 30 anni legate da una stretta alleanza strategico-militare. Ma c’è da dire che il ministro degli Esteri siriano aveva affermato alla vigilia dell’incontro bilaterale che Damasco intende impegnarsi in un “dialogo costruttivo” tra l'Iran e gli Stati Uniti per trovare un accordo diplomatico sulla questione del nucleare. Su questo tema, allargando l’orizzonte ad altri Paesi, nelle ultime ore si registra la convinzione della Cina che ci sia ancora spazio per le trattative e per il dialogo. La Cina ha stretti legami economici e buone relazioni politiche con l'Iran e in passato ha aderito a sanzioni “simboliche” contro Tehran, pur continuando a sostenere la necessità del dialogo. Nominando le sanzioni, resta da dire che Washington cominciano a intravedere scadenze: la Clinton ipotizza una risoluzione Onu entro 30-60 giorni.







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