Incontro in Moldova delle Conferenze episcopali del sud-est europeo
I presidenti delle Conferenze episcopali del Sud-Est Europa si riuniscono da oggi
al 28 febbraio a Chişinău, in Moldova, per il loro 10.mo incontro dedicato ai diritti
e doveri delle minoranze cattoliche nell’area europea sud-orientale. Ai lavori saranno
rappresentate nove conferenze episcopali: di Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria,
Cipro, Grecia, Moldova, Romania, Turchia e la Conferenza episcopale internazionale
dei SS. Cirillo e Metodio. Prenderanno inoltre parte alla riflessione il presidente
del Ccee, cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest, il nunzio apostolico
in Romania e nella Repubblica Moldava, mons. Francisco-Javier Lozano e l’Osservatore
permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, mons. Aldo Giordano. Il
confronto interecclesiale toccherà non solo la situazione dei diritti riconosciuti
alle comunità cattoliche minoritarie nei diversi Paesi della regione,ma anche del
contributo specifico che i cattolici possono e devono apportare alla realizzazione
del bene comune nelle loro società di appartenenza. La discussione affronterà i problemi
legati al processo di secolarizzazione dalle proporzioni sempre maggiori e a un tessuto
sociale sfaldato da disoccupazione, alcolismo, droga, ricorso all’aborto. "La Chiesa
cattolica promuove il suo diritto e dovere di partecipare alla costruzione del bene
comune del Paese in cui vive, a prescindere dal fatto che sia di minoranza o di maggioranza
perché di tratta di “un diritto fondamentale”. Lo ha detto il padre Duarte da Cunha,
segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, delineando
il tema che farà da filo conduttore all'incontro. “L'essere Chiesa di minoranza –
dice padre Da Cuhna - non significa non godere degli stessi diritti, non avere gli
stessi doveri di qualunque altra religione in una nazione. La Chiesa cattolica difende
questo, quando è minoranza, ma anche dove è in maggioranza, perché è un diritto fondamentale”.
“Spesso – prosegue padre da Cunha -, essere una minoranza è sinonimo di poca rilevanza,
oppressione, o poche possibilità umane e materiali, indifferenza, alle volte anche
diritti calpestati. In alcuni casi è vero e molto rimane da fare”. “Tuttavia – aggiunge
padre Da Cuhna - le nostre Chiese di minoranza, in molti paesi del Sud Est Europa
possono, devono e lo fanno già contribuire al bene dell'intera nazione”. (M.V.)