2010-02-25 12:16:17

Cuba: il congedo del cardinale Dziwisz, all’insegna dei giovani e di Maria


Intensa di emozioni e di ricordi, soprattutto giovanili, è stata l’ultima giornata ieri a L’Avana, dell’arcivescovo di Cracovia, cardinale Stanislaw Dziwisz, in visita a Cuba Alla Santa Messa presieduta dal porporato polacco presso la chiesa di san Francesco di Paola, nella periferia della capitale, hanno preso parte centinaia di giovani, gran parte dei quali ha dovuto sostare fuori dal tempio gremito in ogni angolo. Nei loro cuori era presente il ricordo, e soprattutto l’eredità spirituale e pastorale di Giovanni Paolo II, ma anche il ripetersi del battito delle mani per accompagnare il grido che si sentì in tutta Cuba 12 anni fa: “Juan Pablo Segundo, te quiere todo el mundo”. Gran parte dell’omelia del cardinale Dziwisz ha riportato la memoria di giovani e meno giovani le storiche giornate della visita di papa Wojtyla nel 1998 e come allora, anche ieri, al centro del messaggio ai giovani l’arcivescovo di Cracovia, con parole di Giovanni Paolo II, ha messo Maria, la madre di Dio ed ha chiesto a tutti loro: “Dalla mano di Maria spalancate le porte a Cristo”. Tra i presenti da ricordare, anche perché si sono fatti ascoltare, c’erano numerosi studenti latinoamericani che frequentano i corsi di Medicina presso la “Escuela Latinoamericana de Medicina “come borsisti del governo cubano. Insieme con il cardinale di Cracovia hanno concelebrato l’arcivescovo de L’Avana, cardinale Jaime Ortega e i suoi ausiliari mons. Alfredo Petit y Juan de Dios Hernández, e decine di sacerdoti. “E’ proprio il caso di domandarsi - ha detto il cardinale Stanislaw Dziwisz - perché i giovani erano sempre al centro del cuore di Giovanni Paolo II. La risposta si trova nella sua autenticità e nella sua fedeltà a Cristo. Egli era esigente con se stesso. Non gli piaceva la mediocrità. Il suo metro di misura era sempre alto e tutto, a mio avviso, svegliava l’attenzione dei giovani per la sua persona e per la sua missione”. Poi, ha spiegato l’arcivescovo di Cracovia, per Giovanni Paolo II i “giovani erano anche una via per arrivare agli adulti e perciò lasciò alla gioventù del mondo un grande legato e compito: realizzare la nuova evangelizzazione, convinto che occorreva un nuovo linguaggio, un nuovo metodo e un nuovo stile. Chi meglio dei giovani poteva e può capire questo messaggio e realizzare questa sfida?", ha rilevato il porporato. Per l’arcivescovo di Cracovia una dimostrazione di questo particolare legame tra i giovani e Giovanni Paolo II lo si è visto i giorni della sua agonia e della sua morte quando Piazza San Pietro, insieme ed altri luoghi del mondo, era gremita di giovani che pregavano per il Papa che stava morendo. Oggi, ha sottolineato ancora il cardinale, nessuna sta solo: lo abbiamo con noi perché ci guidi e sostenga Benedetto XVI, il quale anche lui ci mostra sempre la Madre di Dio che ci ama e ci protegge. “Come non ricordare oggi, qui, davanti a voi - ha concluso il cardinale - la giornata del 24 gennaio 1998 quando ero accanto a Giovanni Paolo II per l’incoronazione di 'Nuestra Señora de la Caridad del Cobre'? La chiamò Madre, Regina e Patrona di Cuba”. Il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, che oggi rientra in Polonia, ha presieduto in serata alla proiezioni del film “Testimone” tratto dal suo libro su Karol Wojtyla. Le prime notizie parlano di una cattedrale gremita e di un’enorme presenza giovanile. Intanto, sempre ieri, l’arcivescovo di Cracovia ha avuto un incontro con il capo dell'Ufficio agli Affari religiosi del Comitato centrale del Partito comunista di Cuba (Pcc), signora Caridad Diego, e con il vice capo Carlos Samper, accompagnato dal nunzio apostolico a Cuba, arcivescovo Giovanni Angelo Becciu e dal segretario generale della Conferenza di vescovi Cuba, mons. Juan de Dios Hernández. (A cura di Luis Badilla)







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