Colloquio internazionale a Tunisi sull'insegnamento negli istituti universitari
Le sfide poste di fronte agli istituti superiori di insegnamento religioso in materia
di impiego, risorse, attrezzature, modernizzazione; gli studi comparativi dei metodi
di insegnamento nel mondo musulmano e nel mondo cristiano e lo spazio lasciato nei
rispettivi programmi al cristianesimo e all'islam; gli elementi di convergenza in
vista di un dialogo interreligioso costruttivo e che consolidi le conquiste dell'umanità.
Sono alcuni dei temi al centro del dibattito internazionale su «L'insegnamento delle
scienze religiose negli istituti universitari» che si sta svolgendo all'Università
Ez-zitouna di Tunisi. Alla conferenza, organizzata dall'ateneo in collaborazione con
l'Organizzazione islamica per l'educazione, le scienze e la cultura (Isesco), prendono
parte docenti universitari e ricercatori provenienti, oltre che dalla Tunisia, da
Italia, Francia, Gran Bretagna, Giordania, Marocco, Algeria, Siria, Libano e Iran.
Partecipano inoltre rappresentanti dell’Isesco e dell’Organizzazione delle Nazioni
Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Si parlerà anche dell'isolamento
al quale sono stati sottoposti certi istituti di insegnamento religioso per il fatto
che le scienze islamiche non seguono sempre la scia del discorso accademico universale.
Nel presentare l'evento, il dicastero sottolinea che «le scienze religiose costituiscono
oggi uno strumento fondamentale per trattare questioni intellettuali che scuotono
il pensiero contemporaneo. Ogni opinione religiosa tende a dotarsi di metodi e di
prospettive originati dalle proprie differenti preoccupazioni. Questo ci spinge a
credere che solo la lettura critica e costruttiva dei diversi dati, di cui traboccano
i corsi di scienze religiose a livello di insegnamento superiore nel mondo musulmano,
è in grado di consolidare la tendenza riformista e di elevare il grado di questi studi».
Il confronto di idee, sulla base di interessi comuni, è particolarmente vivo nel campo
delle scienze umane, «che ha tanto nutrito differenti ricerche religiose, evidenziando
l'urgenza di una sociologia della religione, di una storia delle religioni e delle
scienze islamiche, cristiane ed ebraiche, e ciò indipendentemente da qualsiasi appartenenza
religiosa o settaria del ricercatore». Poiché tutti gli uomini hanno valori universali
— sottolinea la nota — le religioni non possono che proseguire sul terreno del dialogo
in vista della realizzazione del bene comune. (L.Z.)