Premio Niwano per la pace all'indiana Bhatt per la sua opera in favore delle lavoratrici
povere
E’ l’indiana Ela Ramesh Bhatt la vincitrice del 27.mo premio Niwano per la pace. Nata
nel 1933 e seguace della filosofia di Ghandi, la Bhatt, detta “la rivoluzionaria gentile”,
è la fondatrice della Self-Employed Women’s Association (Sewa), un movimento di lavoratrici
fondato nel 1972 ad Ahmedabad, in India, che oggi conta 1.200mila associate, per lo
più lavoratrici autonome e povere. Il Sewa mira a organizzare le donne lavoratrici
e le loro famiglie per ottenere pieno impiego e fiducia in se stesse attraverso l'autosufficienza
sul piano economico. L'obiettivo è di educare le donne ad essere in prima persona
la guida del loro movimento, attraverso il quale diventino forti e visibili e possano
assumere la leadership del cambiamento sociale. Nel 1974 ha foondato la Sewa Cooperative
Bank, della quale ora fanno parte tre milioni di donne, e successivamente la International
Alliance of Home-based Workers (HomeNet), Street Vendors (StreetNet) e la Women in
Informal Employment: Globalizing Organizing. Per decenni è stata membro della Fondazione
Rockfeller e attualmente fa parte del Consiglio degli anziani, promosso insieme con
Nelson Mandela. La Niwano Peace Foundation - riferisce l'agenzia AsiaNews - è stata
fondata nel 1978 per contribuire alla costruzione di un mondo di pace in campi quali
religione, filosofia, cultura, scienza. Grazie a donazioni di miliardi di yen, la
fondazione organizza attività culturali e scambi internazionali e conferisce ogni
anno il Niwano Peace Prize a persone e associazioni che promuovono la pace e il dialogo
interreligioso. Per la scelta del candidato, il cui prestigio deve essere riconosciuto
in tutto il mondo, la fondazione delega circa 700 persone di diverse religioni provenienti
da 125 Paesi e un comitato composto da 12 leader religiosi impegnati a favore della
pace e della cooperazione interreligiosa. La Fondazione è legata all'opera di Nikkyo
Niwano, figura di rilievo della spiritualità giapponese, che nel 1938 ha fondato l'organizzazione
buddista laica Rissho Kosei Kai. Il movimento mira a un rinnovamento dell'insegnamento
del buddismo amida e unisce profonda spiritualità, impegno sociale, promozione della
pace, dialogo tra le religioni. Tra i vincitori delle passate edizioni ci sono l’arcivescovo
brasiliano Helder Camara, il pastore Philip A. Potter, segretario del Consiglio mondiale
delle Chiese, il cardinale Paulo Evaristo Arns, il villaggio Neve Shalom fondato insieme
da palestinesi e israeliani e il principe giordano El Hassan bin Talal. La cerimonia
di premiazione avverrà il 13 maggio a Tokyo. La vincitrice riceverà un attestato,
una medaglia e 20 milioni di yen. (R.P.)