Indonesia: grazie al dialogo, la comunità cattolica ottiene nuove chiese, ospedali
e centri sociali
Governa una diocesi che si estende su oltre mille piccole isole: mons. Hilarius Moa
Nurak, missionario del Verbo Divino, è vescovo della diocesi di Pangkal Pinang, nel
Mar cinese meridionale. La sede principale della diocesi è sull’isola di Bangka, situata
fra le due grandi isole di Sumatra e del Borneo. Mons. Moa Nurak, a Roma per un corso
di formazione tenutosi presso il Ciam (Centro Internazionale di Animazione Missionaria)
ha parlato con l’Agenzia Fides dei rapporti islamo-cristiani in Indonesia e della
vita della Chiesa locale. “Il dialogo è la chiave di volta per permettere alle Chiese
locali , nella vasta nazione indonesiana, di vivere e svolgere le proprie attività
pastorali ed apostoliche con tranquillità e in sicurezza”, spiega il vescovo. “A Pangkal
Pinang abbiamo costruito progressivamente un buon rapporto personale con le autorità
civili e con i leader musulmani locali: questo è fondamentale per la vita della nostra
comunità. In tal modo i permessi per la costruzione di scuole, ospedali, centri sociali,
strutture pastorali, ci vengono concessi senza difficoltà. Anche per la costruzione
di nuove chiese non abbiamo mai avuto problemi: chiediamo l’autorizzazione, seguiamo
l’iter burocratico fino ad ottenere la licenza per l’edificazione”, racconta il presule,
notando che la sua diocesi non vive le difficoltà che attualmente si registrano in
altre aree del Paese, come Giava Occidentale. Questa differenza dipende, naturalmente,
anche dall’assenza di gruppi musulmani integralisti nel territorio e dal fatto che
Pangkal Pinang è una diocesi più piccola e periferica, che non è sotto i riflettori
dei mass-media. “Anche per la diffusione di materiale apostolico, le autorità locali
non ci hanno mai imposto restrizioni. Manteniamo, poi, rapporti cordiali, di rispetto
e amicizia, con i leader musulmani locali: li invitiamo ai nostri eventi e partecipiamo
alle loro feste”, continua mons. Hilarius. Il dialogo funziona fra i leader, ma anche
fra la gente comune: “Vi è stata una integrazione pacifica fra componenti sociali
di diversa cultura e religione: la tribù locale dei malayus, in prevalenza musulmana,
si è incontrata e vive in armonia con le comunità cinesi, emigrati dalla Cina continentale.
I fedeli cattolici sono sparsi in tutte le componenti etniche della società, senza
alcuna conflittualità. E continuiamo ad operare per il dialogo e per la pace”. Sulla
missionarietà il vescovo rimarca: “Proclamare il Vangelo per noi significa testimoniare
e dare un annuncio di fraternità, di amore, di unità e di convivenza pacifica”.