In Colombia aumentano gli attacchi contro le popolazioni indigene
Nel 2009 gli attacchi contro le popolazioni native della Colombia sono aumentati e
hanno costretto molte comunità a lottare per la loro stessa sopravvivenza. E’ quanto
emerge da un rapporto pubblicato da Amnesty International e intitolato “La lotta per
la sopravvivenza e la dignità”. Nel dossier si sottolinea che le violazioni dei diritti
umani contro le popolazioni native del Paese latinoamericano chiamano in causa i gruppi
della guerriglia, le forze di sicurezza e i paramilitari, responsabili di gravi crimini
tra cui omicidi, sequestri, minacce e abusi sessuali. Secondo dati forniti dall’organizzazione
nazionale indigena della Colombia, solo nel 2009 sono stati uccisi almeno 114 nativi,
tra cui donne e bambini. Inoltre, migliaia di loro sono stati costretti a lasciare
le loro terre. Oltre la metà dei nativi assassinati nel 2009 apparteneva alla comunità
Awá, che si è impiantata nella riserva indigena di El Gran Rosario, nel dipartimento
sudoccidentale di Nariño. Nella zona, che riveste un’importanza strategica per le
parti in conflitto, sono presenti guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della
Colombia, militari dell’esercito di liberazione nazionale, agenti delle forze di sicurezza
e narcotrafficanti. Amnesty International chiede a tutte le parti attive nel conflitto
di rispettare il diritto delle comunità native a non essere trascinate nelle ostilità
e di tutelare i territori in cui vivono e da cui dipendono per il loro sostentamento.
Il conflitto armato, che da oltre 40 anni sconvolge la Colombia, ha provocato fino
ad oggi decine di migliaia di morti. La maggior parte delle vittime sono civili. (A.L.)