I vescovi della Costa d'Avorio: popolazione presa in ostaggio dai politici
I vescovi della Costa d’Avorio hanno lanciato un accorato appello al “senso di responsabilità”
per porre fine alla grave crisi politica che ha colpito il Paese. I presuli hanno
sottolineato con forza che i politici “non hanno il diritto di prendere in ostaggio
la popolazione” e hanno chiesto ai giovani di rifiutare la “logica della violenza”
non facendosi “manipolare o strumentalizzare” dai partiti. Il continuo rinvio delle
elezioni, che dovevano tenersi già nel 2005, sta provocando scontri e vittime. L’opposizione
denuncia frodi e brogli nella formazione delle liste elettorali. Bernard Decottignies
ha intervistato il presidente della Conferenza episcopale della Costa d’Avorio,
Joseph Aké:
R. – Les
leaders politiques ont le devoir d’aider à apaiser la tension. … I leader
politici hanno il dovere di contribuire ad attenuare le tensioni affinché in Costa
d’Avorio regni la fratellanza; se invece si incita la gente al disordine e alla vendetta,
questo distruggerà il Paese. Noi vescovi chiediamo che i partiti diano prova di saggezza
e moderazione. Come abbiamo denunciato nel nostro appello i cittadini sono presi in
ostaggio, non hanno possibilità di scampo. Siamo tutti intrappolati in questa crisi.
Noi diciamo ai giovani di non lasciarsi ingannare e manipolare dai partiti: li abbiamo
invitati a valutare in maniera oggettiva le parole d’ordine delle varie formazioni
politiche. Abbiamo chiesto loro di esaminare in maniera obiettiva ed attenta il loro
impegno nei partiti, insieme alla loro opzione ideologica. In realtà, quello che manca
è la formazione politica. Tutti vogliono fare politica. Ma hanno poi veramente le
risorse per farlo? Hanno le capacità di lasciare da parte gli interessi particolari
a vantaggio degli interessi del Paese? La situazione, oggi, è veramente confusa: solo
se ci sarà un accordo potremo giungere alla pace. Allora finalmente il Paese potrà
conoscere il suo sviluppo.