2010-02-24 14:58:09

Funerali dei tre cristiani uccisi a Mossul. L'arcivescovo Casmoussa: fallite le promesse sulla sicurezza


Si sono svolti questa mattina in Iraq i funerali dei tre cristiani uccisi ieri a Mossul da alcuni uomini armati. Le esequie sono state celebrate, alla presenza di alcuni vescovi, sacerdoti delle diocesi irachene e tantissimi fedeli, dall’arcivescovo siro-cattolico di Mossul, Georges Casmoussa. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Per la prima volta uomini armati hanno ucciso dei cristiani nella loro casa. Le vittime sono tre uomini, il padre e due fratelli di Mazen Ishoa, sacerdote siro cattolico di Mossul rapito e poi rilasciato nel 2005. Questo triplice omicidio rappresenta il fallimento di tutte le misure promesse per garantire la sicurezza in vista delle elezioni del prossimo 7 marzo, come sottolinea ai nostri microfoni, poco dopo la conclusione del rito funebre, l’arcivescovo siro-cattolico di Mossul, Georges Casmoussa:

R. – In every elections there are some troubles...
In tutte le elezioni ci sono problemi, ma non al punto di uccidere la gente e in particolare i cristiani: i cristiani sono uccisi non dal punto di vista politico, ma in quanto cristiani. Noi abbiamo parlato con il governatore e ha promesso di indagare. Ieri mi ha chiamato e ha promesso che le sue forze militari sarebbero state impiegate per cercare i responsabili dell’assassinio. Ma non abbiamo ricevuto nessun riscontro. 
Dopo l’uccisione dei tre cristiani molte famiglie di Mossul stanno pensando di lasciare la città. In questa situazione drammatica, la Chiesa irachena ha annunciato diverse iniziative, come riferisce l'arcivescovo Georges Casmoussa:

R. – We have a meeting...
C’è stato un incontro del Consiglio dei Vescovi di Ninive, composto da vescovi cattolici ed ortodossi, durante il quale abbiamo deciso che la prossima domenica di marzo organizzeremo nella nostra città cristiana momenti di preghiera. La domenica seguente, per protesta, non celebreremo la Messa nelle chiese della città di Mossul e daremo in questo modo un messaggio al governo. 







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