Cuba: proteste per la morte di un prigioniero politico
A Cuba, fa discutere e solleva emozione la morte di un noto prigioniero politico che
ha perso la vita in conseguenza di uno sciopero della fame. Il servizio di Luis Badilla: Dolore, proteste
e rabbia a Cuba, ma anche all'estero e soprattutto a Miami, dopo la conferma della
notizie della morte, ieri, dell'operaio dissidente politico, Orlando Zapata Tamayo.
È morto in un ospedale di Camaguey, dove era stato ricoverato in gravissime condizioni
di salute in conseguenza di 85 giorni di sciopero della fame. Secondo fonti giornalistiche,
la madre di Zapata, la signora Reina Tamayo Danger, ha affermato che "la morte del
figlio è stata un omicidio premeditato". In carcere dal 2003, Zapata, 42 anni di età,
aveva avuto il sostegno di Amnesty International in quanto detenuto solo per le sue
idee. Da quasi tre mesi aveva avviato uno sciopero della fame per protestare contro
le dure condizioni cui era sottoposto in carcere. Il presidente del Brasile, Lula
Da Silva, arrivato nella capitale cubana proprio ieri sera, aveva ricevuto alcuni
giorni fa una lettera di un gruppo di 50 dissidenti: gli chiedevano di mediare per
il loro rilascio, negli incontri che avrà con Fidel Castro e con il presidente cubano,
Raul Castro. I 50 fanno parte di un gruppo di 75 arrestati nel 2003, in cui rientrava
lo stesso Zapata, che devono scontare condanne fino a 28 anni di carcere perché accusati
di essere "mercenari" degli Usa". Intanto, negli Usa in queste ore si moltiplicano
le proteste e quasi tutte puntano il dito contro il governo dell'Avana.