Proseguono gli esercizi spirituali in Vaticano. Don Danilo Zanella: un'esperienza
forte per la vita di ogni cristiano
Proseguono gli esercizi spirituali, nella Cappella Redemptoris Mater nel Palazzo
apostolico, a cui prendono parte il Papa e la Curia Romana. A tenere le meditazioni,
iniziate domenica pomeriggio, è il teologo salesiano, don Enrico Dal Covolo, sul tema
“Lezioni di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale”. Sull’importanza degli
esercizi spirituali, soprattutto in questo tempo quaresimale, Alessandro Gisotti
ha raccolto la riflessione di don Danilo Zanella, neosegretario nazionale della
Fies, la Federazione italiana esercizi spirituali:
R. – Bisogna
dire che il Santo Padre, i suoi collaboratori danno un buon esempio a noi preti e
così anche al popolo di Dio per potersi fermare, riflettere e quindi ripartire. Il
rischio per tutti è che il tempo corra più della nostra anima e quindi che possiamo
rimanere un po’ aridi, perdere l’orientamento.
D.
– Il tema degli Esercizi Spirituali di quest’anno è: “Lezioni di Dio e della Chiesa
sulla vocazione sacerdotale”. Un tema assolutamente attuale, che si inserisce nell’Anno
Sacerdotale…
R. – Mi pare che la scelta sia ottima,
anche perché ciascuno di noi porta un prete nel cuore, nel senso che abbiamo avuto
sempre dei modelli positivi nella nostra vita per dire di sì, modellandoci proprio
sulla santità di preti che ci hanno preceduto.
D.
– Abbiamo parlato dei sacerdoti, ma chiaramente gli esercizi spirituali, questi momenti,
sono assolutamente fruttuosi anche per il fedele laico…
R.
– Certo. Bisogna che come Fies, ma anche le stesse case di spiritualità in comunione
con i diversi organismi diocesani, abbiano davvero a promuovere questi tempi forti
dello spirito, magari tenendo presente il ritmo, il lavoro e gli impegni e valorizzando
i “weekend dello spirito”. Ho visto che sono molto importanti dal venerdì alla domenica:
in diversi monasteri o in diverse case ho visto che possono costituire una ricarica
molto forte.
D. – E per il fedele che invece non
avesse la possibilità di praticare gli esercizi spirituali, cosa consiglia in questo
tempo quaresimale?
R. – Ci sono anche gli esercizi
nella vita ordinaria che i Padri gesuiti stanno portando avanti, però lo stesso cammino-itinerario
quaresimale è penitenziale e battesimale. Bisogna accogliere quello che le comunità
cristiane propongono. Ricordiamo bene Giovanni Paolo II che diceva che ogni parrocchia
deve diventare un centro di spiritualità e quindi - guardando il Crocifisso, la Via
Crucis, le opere di carità, la stessa liturgia - tutto questo può diventare davvero
un corso di esercizi spirituali fruttuoso per il popolo di Dio, fino poi al momento
bellissimo e ricapitolante che è il Triduo pasquale.
D.
– Nella sua lunga esperienza di predicatore di esercizi spirituali, quali frutti ha
raccolto per lei e per chi ha partecipato a questi esercizi?
R.
– Bisogna dire che chi guida un corso di esercizi spirituali debba farli anche lui,
nel senso di sentirsi coinvolto in ciò che annuncia. Con il gruppo sono stato recentemente
a Bocca di Magra. Eravamo in 46 sacerdoti e ho constatato che c’è sempre un modo di
dare ma anche molto da ricevere, soprattutto nei colloqui personali. C’è molta santità
sommersa e santità diffusa.