Kenya: i vescovi auspicano una soluzione pacifica all'impasse che blocca il governo
I vescovi del Kenya auspicano una soluzione pacifica “nazionale” all’impasse politico
che da due settimane sta bloccando l’attività dell’attuale governo di coalizione.
Il 6 febbraio il Primo Ministro Raila Odinga, capo del partito rivale del Presidente
Mwai Kibaki, ha sospeso due ministri accusati di corruzione che, con l’appoggio del
Capo dello Stato, hanno rifiutato di dimettersi affermando che non spetta al Primo
Ministro la nomina o la dimissione di un ministro. I due Ministri sono quello dell’Educazione
Sam Ongeri e quello dell’Agricoltura William Ruto. Ambedue sono accusati di malversazioni.
Per tutta risposta il partito del Primo Ministro, l’Orange Democratic Movement (Odm)
ha deciso di boicottare le attività di governo. In una dichiarazione firmata, tra
gli altri dal cardinale John Njue e ripresa dall’agenzia cattolica Cisa, i vescovi
keniani hanno chiesto all’Odm di porre fine all’ostruzionismo e di trovare una soluzione
politica agli attuali contrasti che - affermano - rischiano di portare il governo
alla paralisi contro l’interesse del Paese. Secondo la nota, la soluzione all’attuale
situazione di stallo dovrebbe essere “autenticamente nazionale”: “Dobbiamo evitare
di ricorrere alla comunità internazionale per ogni crisi prima di avere esaurito tutti
i meccanismi interni per la soluzione pacifica dei conflitti”, scrivono i presuli,
che esprimono inoltre il loro pieno sostegno alla nuova Commissione “Verità Giustizia
e Riconciliazione” incaricata di fare luce sulle violenze politiche che hanno segnato
il Paese in questi ultimi anni. Preoccupazione per i possibili sviluppi della nuova
crisi politica in Kenya è stata intanto espressa dalla Commissione di personalità
eminenti dell’Unione Africana. Della Commissione fa parte, tra gli altri, l’ex Segretario
generale dell’ONU Kofi Annan, mediatore nella crisi scoppiata dopo le elezioni politiche
del 2007-2008. (L.Z.)