Cuba: l'arrivo del cardinale Dziwisz, a 12 anni dalla prima visita al seguito di Giovanni
Paolo II
Dopo 12 anni, mons. Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, è tornato ieri a Cuba,
dove si era recato come segretario privato di Giovanni Paolo II tra il 21 e il 26
gennaio 1998. All’aeroporto “José Martì” de L’Avana, hanno accolto il porporato polaccco,
il cardinale della capitale cubana Jaime Ortega e i suoi vescovi ausiliari nonché
alti rappresentanti dello Stato. La permanenza del cardinale Dziwisz sarà breve, circa
60 ore, ma intensa. Già oggi l’arcivescovo celebrerà la Santa Messa, alla quale sono
stati invitati specialmente i giovani, nella cattedrale de L’Avana e in seguito avrà
diversi incontri con vescovi e dirigenti dei movimenti laicali. Il cardinale Dziwisz
è stato invitato dal cardinale Ortega e dall’ambasciatore del Sovrano Militare dell’Ordine
di Malta, Przemyslaw Jan Häuser, con lo scopo di parlare del suo libro su Giovanni
Paolo II, “Una vita con Karol”, e soprattutto per presiedere la prima proiezione cubana
del film, tratto da questo libro, che s’intitola “Testimone” (in italiano “Testimonianza”);
film che fu presentato la prima volta il 16 ottobre 2008 a Benedetto XVI in Vaticano.
In quell’occasione, il Santo Padre, osservò: “La proiezione a cui abbiamo assistito,
ci fa riandare con il pensiero a quella tarda sera del 16 ottobre 1978 di 30 anni
fa, rimasta impressa nel cuore di tutti. Come oggi, e quasi alla stessa ora, il nuovo
Papa rivolto ai numerosi fedeli raccolti in Piazza San Pietro disse: ‘Se mi sbaglio
mi corriggerete’ ”. Poi, Benedetto XVI rilevando il legame tra il Giovanni Paolo II
e l’allora suo segretario privato aggiunse: “Potremmo dire che il Pontificato del
Papa Giovanni Paolo II è racchiuso tra due espressioni. La prima - “Aprite le porte
a Cristo! Non abbiate paura” – fu vibrante, e impressionò e scosse l’opinione pubblica
e risuonerà sulle sue labbra molte volte ancora lungo gli anni seguenti; l’altra –
“Lasciatemi andare alla Casa del Padre” – il Papa la pronunciò flebilmente sul letto
di morte, al compiersi di un lungo e fruttuoso pellegrinaggio terreno. Ad ascoltare
le prime erano in tanti, a raccogliere le ultime parole furono soltanto gli intimi,
tra i quali il fedele segretario don Stanislao, ora arcivescovo metropolita di Cracovia.
Nel libro “Una vita con Karol”, diventato un film dal titolo: “Testimonianza”, egli
ha voluto raccontare la sua lunga familiarità con questo grande Pontefice, a Cracovia
prima e poi a Roma, ripercorrendo momenti di gioia e di tristezza, di speranza e di
audacia apostolica. Rivelando inediti episodi, il film lascia trasparire l’umana semplicità,
il coraggio deciso e infine la sofferenza di Papa Wojtyła, affrontata sino alla fine
con la tempra del montanaro e la pazienza dell’umile servitore del Vangelo”. (A
cura di Luis Badilla)