Tahiti: il vescovo di Papeete lamenta la disaffezione dei fedeli al Sacramento della
riconciliazione
“Il Sacramento della riconciliazione”: questo il tema pastorale dell’anno 2010, scelto
nell’arcidiocesi di Papeete sull’isola di Tahiti, secondo quanto annuncia l’arcivescovo
della capitale di Polinesia francese, mons. Hubert Coppenrath, in una Lettera pastorale,
di cui riferisce l’agenzia Fides. Tra le motivazioni della scelta, mons. Coppenrath
sottolinea la crescente disaffezione – riscontrata da molti sacerdoti - verso questo
sacramento ed il calo della partecipazione dei fedeli alle confessioni prima del Natale
e della Pasqua. Il presule constata con preoccupazione la perdita del senso del peccato,
il dubbio sulla necessità di confessare i propri peccati ad un uomo, anche se è sacerdote,
l’affievolirsi della necessità della conversione permanente e della ricerca della
santità. Nella sua Lettera mons. Coppenrath ricorda il significato del peccato secondo
la Sacra Scrittura: “la misericordia di Gesù riguardo ai peccatori non è affatto indifferenza
riguardo al peccato”. “Bisogna riconoscere che molti cattolici - ammonisce il presule
- fanno un cattivo uso di questo sacramento”: alcuni non vi si accostano mai o molto
raramente, altri fanno una confessione senza grande rapporto con la loro vita reale,
dimenticando i fatti più gravi che esigerebbero un autentico pentimento e cambiamento
di vita, altri ancora non manifestano un autentico senso di conversione. “Come Dio
può perdonare qualcuno che rifiuta di riconoscersi peccatore?” Augurandosi infine
che questo nuovo anno sia l’occasione per approfondire la conoscenza e la pratica
del Sacramento della riconciliazione, l’arcivescovo di Papeete rammenta che questo
sacramento non solo “riconcilia il peccatore con Dio, ma anche con la comunità”, in
quanto il peccato indebolisce l’intera comunità. “L’Anno del Sacramento della riconciliazione
quindi dovrà essere anche un anno di riconciliazione tra i cristiani – conclude la
Lettera - un anno di perdono, che sfocia in un rafforzamento dell’unità e della carità
tra i cristiani”. (R.G.)