2010-02-22 15:25:47

Raid Nato in Afghanistan: uccisi per errore oltre 30 civili


Sono almeno 33 le persone uccise per errore in un raid condotto ieri dalla Nato, nella provincia afghana centrale di Daykundi. Ad affermarlo, il Consiglio dei ministri di Kabul in un comunicato di dura condanna dell'incidente. Inoltre, almeno 14 persone sono morte oggi in un attentato suicida avvenuto nella provincia orientale afghana di Nagarhar. Tra le vittime, si è appreso, vi è anche un ex capo della polizia locale. L'attentato è avvenuto quasi alla frontiera con il Pakistan, a ridosso della Khyber Agency pakistana. Il servizio è di Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

Ingiustificabile. Così il governo di Kabul si è espresso sull’ennesima uccisione di civili da parte del contingente internazionale presente in Afghanistan. In un comunicato, il Consiglio dei ministri sollecita le forze Nato a coordinarsi meticolosamente e ad esercitare la massima attenzione prima di condurre qualsiasi operazione militare, in modo "da evitare ogni possibile errore che possa procurare danni ai civili". Il raid aereo, condotto nella notte, ha preso di mira un convoglio composto da tre pullmini che si spostava dalla provincia di Helmand verso quella di Uruzgan. Secondo alcune fonti locali, le vittime sarebbero tutte appartenenti alla stessa famiglia, in fuga proprio dalle operazioni militari che la Nato sta conducendo nell’area contro i talebani. Tra le vittime ci sarebbero anche quattro donne ed un bambino. Elemento, questo, che rischia di far precipitare ulteriormente la situazione e far aumentare i rischi per i militari del contingente Nato presenti nell’area. Si teme, infatti, una risposta violenta da parte della popolazione locale, già piagata dalla situazione d’instabilità che vive il Paese. Intanto, proseguono le operazioni militari finalizzate a colpire i talebani. Ieri, il generale americano Petraeus, comandante delle forze Usa in Iraq e Afghanistan, ha detto che l'offensiva di Marjah sta portando a buoni risultati, nonostante la resistenza trovata sia maggiore rispetto alle previsioni. Petraeus ha comunicato, inoltre, che la campagna militare in corso potrebbe avere una durata di un anno e mezzo, trattandosi di un primo capitolo di un’operazione molto più complessa di quella attualmente in corso. Da segnalare, infine, una notizia che giunge da Bruxelles. L'ambasciatore italiano, Ettore Sequi, non sarà confermato nell'incarico di inviato speciale dell’Ue in Afghanistan, che andrà invece all'ex ministro degli Esteri lituano, Vigaudas Usackas.

 
Almeno sei morti per un’esplosione nella Valle di Swat in Pakistan
Sarebbe di almeno sei morti il bilancio provvisorio dell'autobomba saltata oggi in aria a Mingora. Lo riferisce Dawn News Tv. L'emittente parla inoltre di 12 persone ferite e di sei negozi ed otto veicoli danneggiati. Secondo i soccorritori, ad essere presa di mira è stata la fermata degli autobus all'altezza di Saidu Sharif, vicino al mercato Nishat della città. La zona è stata isolata. Secondo la tv, inoltre, tutti i mercati della città sono stati chiusi, mentre in alcune zone del centro si sentono colpi d'arma da fuoco.

Iraq: nuovi attentati
Continua ad essere martoriato da attentati l’Iraq, che si sta preparando alle elezioni parlamentari del 7 marzo. A Baghdad, un’intera famiglia di otto persone è stata sterminata da un gruppo di terroristi non ancora identificato, mentre la zona verde di Baghdad è stata raggiunta da colpi di mortaio. Sempre nei pressi della capitale, è stato assassinato un pellegrino sciita ed altri sette sono rimasti feriti da colpi di arma da fuoco, mentre a Tikrit un kamikaze si è fatto esplodere in un negozio uccidendo il proprietario e ferendo due clienti. Colpita anche Ramadi: due civili ed un poliziotto hanno perso la vita a causa di un attentatore suicida che guidava un pullmino imbottito di esplosivo. Ieri, inoltre, sono stati uccisi da una bomba cinque poliziotti, di cui uno a Mossul e gli altri quattro vicino la città di Baquba.

Nuovi impianti nucleari in Iran. La preoccupazione di Israele
Potrebbe cominciare a marzo la costruzione di due nuovi impianti per l’arricchimento dell’uranio in Iran. Lo ha comunicato Ali Akbar Salehi, capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica. I due siti saranno nascosti in montagna per evitare il pericolo di raid aerei. Secondo Salehi, i nuovi impianti avranno le stesse dimensioni di quello di Natanz, l’unico di cui la Repubblica islamica dispone finora e che secondo il governo è utilizzato per finalità mediche. Il capo del programma atomico iraniano ha dichiarato che, per il futuro, Teheran programma di costruire in tutto dieci nuovi siti per l’arricchimento dell’uranio. Intanto, il nuovo direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Yukiya Amano, ha espresso le sue preoccupazioni per i possibili scopi bellici della politica nucleare iraniana, mentre il primo ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato che se non verranno adottate sanzioni da parte dell’Onu, occorrerà prendere provvedimenti al di fuori delle Nazioni Unite.

Tensione Ue-Israele sui passaporti europei per operazioni del Mossad
Rischia di avere ripercussioni nei rapporti tra Ue ed Israele l’operazione condotta dal Mossad, i Servizi segreti israeliani, per l’eliminazione di un capo di Hamas a Dubai. Una vera e propria esecuzione mirata, per portare a compimento la quale gli agenti israeliani si sono avvalsi di passaporti rilasciati da Gran Bretagna, Germania, Francia e Irlanda. Una vicenda che ha spinto il Consiglio dei ministri degli Esteri europei ad emanare un testo di condanna nel quale, comunque, non sarà menzionato Israele. A Eric Salerno, esperto di Medio Oriente per il quotidiano Il Messaggero, Stefano Leszczynski ha chiesto se quanto accaduto negli Emirati Arabi può inasprire ulteriormente i rapporti tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese.RealAudioMP3

R. – Gli israeliani hanno sempre fatto queste cose e soprattutto in questo momento il bersaglio – un uomo importante di Hamas – tutto sommato non dispiace neanche al presidente palestinese, in lotta con Hamas che ha preso il controllo della Striscia di Gaza. Perciò loro sono silenziosi e su questa vicenda non intervengono. Se parliamo invece dei rapporti internazionali il discorso cambia, perché il Mossad ha sempre agito dove e come ha voluto, senza chiedere il permesso a nessuno per colpire i nemici di Israele. Quando sono riusciti a farlo senza farsi prendere e senza farsi troppo notare, è andata bene. E anche adesso in molti a Tel Aviv sostengono che si tratti di una crisi passeggera.

 
D. – Però l’Unione Europea è stata toccata da vicino, sembra siano stati utilizzati dei passaporti europei per compiere l'operazione. Questo può avere delle ripercussioni nei rapporti tra Unione Europea ed Israele?

 
R. – Senz’altro, perché intanto l’Unione Europea si sente a livello politico un pò troppo fuori da quello che è il processo di pace. L’Unione Europea preme per una serie di cose su Israele e soprattutto sul blocco degli insediamenti, mentre Netanyahu su questo punto non vuole cedere, così le cose non stanno andando bene.

 
D. – In un tale contesto, la situazione può preoccupare anche per quanto riguarda l’altra area di crisi, quella iraniana?

 
R. – Indubbiamente. Il Mossad sta agendo contro i "nemici" iraniani. Abbiamo avuto indicazioni di alcune operazioni compiute in Paesi mediorientali e forse anche in Europa per bloccare il progetto nucleare iraniana. Sicuramente, queste operazioni continuano. La stessa stampa israeliana si dice molto preoccupata e si chiede se valesse la pena di colpire a Dubai: un Paese arabo ed uno dei pochi Paesi arabi che intrattiene rapporti – non diplomatici – abbastanza cordiali con Israele, e scatenare questo putiferio.

 
Commissione Ue e governo tedesco smentiscono: nessun piano per la Grecia
È ancora in primo piano la difficile situazione economica della Grecia. Secondo il settimanale tedesco “Der Spiegel”, l’Europa starebbe preparando un piano di aiuti. Ma Commissione europea e governo tedesco hanno smentito. Il servizio di Federico Catani:RealAudioMP3

Non vi è alcun piano concreto di aiuti per la Grecia. Lo ha detto la Commissione europea, che in questo modo ha smentito ufficialmente le rivelazioni del settimanale tedesco “Der Spiegel”. Secondo il giornale, è previsto un piano europeo di 25 miliardi di euro, guidato dalla Germania, per aiutare Atene. Anche il governo tedesco nega l’esistenza di un piano di aiuto alla Grecia. Tuttavia, stando alle dichiarazioni del portavoce del commissario europeo agli Affari economici e monetari, se necessario l’Europa è pronta a intervenire anche finanziariamente. Sul Financial Times, il miliardario George Soros ha scritto che si potrebbe anche sostenere la Grecia, ma resterebbero aperti i problemi per Spagna, Italia, Portogallo ed Irlanda. La sopravvivenza della Grecia pertanto, ha detto Soros, non garantisce il futuro dell’euro. Sono necessarie, piuttosto, misure più efficienti e ad ampio raggio per fronteggiare la crisi attuale. Intanto, la Grecia ha già mancato la prima scadenza che Bruxelles le aveva dato: entro venerdì scorso, Atene avrebbe dovuto inviare ad Eurostat tutte le informazioni sulle operazioni swap, ma a causa di uno sciopero che avrebbe interessato anche il ministero delle Finanze, i dati non sono stati ancora inviati. A tale proposito, fonti di agenzia riferiscono che la Grecia avrebbe sottoscritto contratti di swap con circa 15 banche, compresi alcuni derivati che potrebbero averla aiutata ad occultare l’entità del proprio deficit di bilancio.

 
Il Financial Times torna a denunciare attacchi informatici da fonti cinesi
Le due scuole cinesi individuate dagli esperti americani come punti di origine degli attacchi informatici dei mesi scorsi hanno respinto le accuse, ma oggi il Financial Times pubblica nuove rivelazioni che vanno nella stessa direzione. Il quotidiano cita una fonte anonima americana, secondo la quale sarebbe stato individuato l'autore del programma che ha permesso ai “pirati” di entrare negli spazi privati di una serie di importanti aziende americane tra cui Google. Si tratta, scrive FT, di un “consulente freelance di una trentina di anni” che probabilmente “non ha condotto personalmente gli attacchi, né li ha decisi”. In Cina, aggiunge la fonte di FT, “un tecnico di quel livello non può fare a meno” di collaborare con l'Esercito di liberazione popolare (Pla). Con dichiarazioni rilasciate ai media cinesi, i responsabili delle due istituzioni messe sotto accusa dagli investigatori americani l' Università Jiaotong di Shanghai e la scuola professionale Lanxiang di Jinan hanno smentito di aver contatti con l'esercito. Da quando l'accusa è stata lanciata dalle colonne del New York Times, la settimana scorsa, la rete è piena di testimonianze e di interventi di cittadini cinesi pro e contro le due istituzioni. I commenti sono spesso anonimi e in alcuni casi risulta difficile una valutazione delle testimonianze.

Annunciata manifestazione di protesta in Thailandia
Le "camicie rosse" thailandesi – i sostenitori dell'ex premier in esilio Thaksin Shinawatra – hanno indetto per lunedì 1 marzo una manifestazione di protesta a Bangkok. Lo ha annunciato oggi Kwanchai Praipana, uno dei leader del movimento. La dimostrazione arriverà tre giorni dopo la sentenza della Corte suprema sul destino di 76 miliardi di baht (1,69 miliardi di euro) "congelati" a Thaksin dopo il colpo di stato che l'ha deposto nel settembre 2006. Nel Paese l'attesa generale è per una confisca definitiva del patrimonio del tycoon, che si teme possa costituire la scintilla per nuove violenze. Il governo di Abhisit Vejjajiva, che l'opposizione considera un fantoccio dei militari, ha già messo in allerta 20 mila soldati, istituendo posti di blocco lungo le strade che portano alla capitale. Il generale Anupong Paochinda, capo delle forze armate, ha più volte escluso la possibilità di un nuovo golpe. In Thailandia, dal 1932 a oggi, sono stati organizzati 18 colpi di Stato, di cui la metà riusciti. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 53

 
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