L’arcivescovo di San Salvador: educazione e prevenzione contro la violenza
Nel suo tradizionale incontro con i giornalisti dopo la Santa Messa della domenica,
mons. José Luis Escobar Alas, arcivescovo di San Salvador, è tornato sulla questione
della violenza e dell’insicurezza che colpisce il Paese centroamericano. Il presule
ha rinnovato il sostegno della Chiesa ai programmi governativi contro la violenza
e ha molto insistito sulla necessità di dare priorità alla prevenzione e all'educazione.
“Suggerisco al presidente - ha detto - di tener molto presente sia la prevenzione
sia la formazione poiché ciò di cui abbiamo tutti bisogno è di offrire strade che
siano accessibili per superare questa violenza”. L’arcivescovo si riferiva alla Politica
nazionale per la giustizia, la sicurezza e la convivenza illustrata venerdì scorso
al Paese dal presidente Mauricio Funes dopo un ampio giro di consultazioni con tutti
i settori della società salvadoregna, tra cui la Chiesa cattolica. Come già aveva
precisato nei giorni scorsi, l’arcivescovo di San Salvador, non ha scartato l’idea
di chiedere aiuto e sostegno ad altri Paesi amici. Si tratta di proporre “piani veramente
efficaci per superare questa situazione”, “chiari e definiti all’interno di una cornice
giuridica stabile” e con lo “scopo di proteggere i nostri giovani sottraendoli da
ogni tentazione violenta”. “Non critico il piano - ha aggiunto il presule - mi limito
come già abbiamo indicato alle autorità, a sottolineare gli aspetti della prevenzione
e della formazione” poiché “alla fine si tratta di educare le nuove generazioni alla
cultura della vita e della convivenza”. Il piano annunciato dal governo, che avrà
un costo di 70 milioni di dollari circa mette l’accento anche sugli aspetti del “controllo
e della repressione dei reati”, in particolare in 100 comunità individuate come quelle
con il più alto tasso di violenza di ogni tipo (bande giovanili, narcotraffico, furti,
bullismo, delinquenza organizzata, microcriminalità, ecc.). Il piano, che è ancora
in fase di definizione, dovrà avere inizio a livello nazionale il 15 marzo. Particolare
attenzione sarà data ai molti varchi di frontiera, non sempre facili da controllare,
e al disarmo. Nel Paese circolano troppe armi leggere e quasi sempre in modo illegale.
Il Parlamento ha autorizzato che possano essere controllate, dietro ordine giudiziario,
le comunicazioni e la posta elettronica di gruppi o persone sospette. Si ricorda che
nel 2009 in Salvador si sono registrate 4.365 morti violente, 12 morti ammazzati ogni
24 ore. (L.B.)