I vescovi di Mossul al governo: fermare subito le violenze anticristiane
“Le autorità devono assumersi la piena responsabilità per salvaguardare la presenza
cristiana a Mossul. C’è bisogno di un intervento internazionale per spingere il governo
centrale e quello locale ad agire immediatamente”. E’ quanto dichiara all’agenzia
Fides l’arcivescovo siro cattolico di Mossul, Basile Georges Casmoussa, dopo la drammatica
serie di sequestri e omicidi che hanno scosso, negli ultimi giorni, la comunità cristiana
della città irachena. I vescovi cristiani di Mossul hanno scritto e consegnato al
governo locale un accorato appello firmato da mons. Gregorios Saliba, arcivescovo
siro ortodosso, mons. Georges Casmoussa e dall’arcivescovo caldeo cattolico, Emile
Nona. Nel testo si denuncia la violenza contro “i figli cristiani della città di Mossul”.
“Questi atti ripetuti – si sottolinea nel documento – ci fanno pensare di essere indesiderati
in questa città, che è la nostra patria”. I presuli ricordano inoltre che i cristiani
hanno partecipato “direttamente e con grande efficacia all’edificazione della civiltà
a Mossul” offrendo un fecondo contributo anche nell’arte, nella cultura e nel pensiero.
I vescovi poi si chiedono: "Il sangue dei figli dell’Iraq, di vescovi e preti continuerà
ad essere versato impunemente, senza alcuna ricerca degli assassini? Al governo di
Mossul e a quello di Baghdad – scrivono i vescovi – chiediamo di assumersi piena responsabilità,
di operare per la sicurezza dei cittadini, specialmente per i fedeli delle minoranze
cristiane”. (A.L.)