Consiglio ecumenico delle Chiese: apprezzamento per il Consiglio dei leader cristiani
in Iraq
“Grande speranza e profonda soddisfazione”. Con queste parole il segretario generale
del Consiglio ecumenico delle Chiese, Olav Fykse Tveit, ha salutato in una lettera
ripresa dall’Osservatore Romano l’avvenuta costituzione del Consiglio dei leader della
comunità cristiana in Iraq. L’organismo ha l’obiettivo di esprimere con un’unica voce
le istanze della comunità a tutti i livelli. La decisione di istituire l’organismo
è stata presa in occasione di una riunione svoltasi nel monastero armeno ortodosso
di San Garabed, a Baghdad. Il Consiglio ha eletto come segretario generale dell’organismo
l’arcivescovo della Chiesa apostolica armena in Iraq, Avaq Asadourian e come vice,
l’arcivescovo siro cattolico di Mossul, Basile Georges Casmoussa. Nella lettera indirizzata
al Consiglio dei leader della comunità cristiana in Iraq, Olav Fykse Tveit sottolinea
che il Consiglio ecumenico delle Chiese da sempre è convinto che “la comunità cristiana
nel Paese arabo è parte essenziale della società e una componente attiva della nazione”:
i cristiani non si sono mai sentiti semplicemente come una minoranza che guarda soltanto
ai propri interessi, ma “hanno sempre mostrato il loro profondo radicamento nella
storia e nella civiltà del Paese”. Per il segretario del Consiglio ecumenico delle
Chiese la nascita del nuovo organismo “è uno sviluppo che rappresenta un buon auspicio
sia per il futuro delle comunità religiose in Iraq sia per l’intera nazione”. Nella
lettera si ricorda infine che i leader religiosi “hanno espresso in maniera chiara
la loro volontà di sostenere allo stesso tempo la comunità cristiana e di promuovere
la partecipazione dei suoi membri nella vita pubblica, sulla base dei diritti di cittadinanza,
allo scopo di costituire una nazione che sia una ‘casa’ per tutti”. (A.L.)