Il Papa all'Angelus nella prima domenica di Quaresima: il mondo si migliora incominciando
da se stessi, cambiando, con la grazia di Dio, ciò che non va nella propria vita
Nella prima domenica di Quaresima Benedetto XVI ha salutato quanti hanno partecipato
in piazza San Pietro alla preghiera dell’Angelus ricordando che in tutta la Chiesa
viene vissuto il periodo quaresimale, “tempo di penitenza, di preghiera, di opere
di carità e di conversione”. “Digiunare – ha detto il Papa rivolgendosi ai pellegrini
di lingua tedesca - significa rinunciare e diventare liberi per il bene”. Si tratta
di riconoscere cosa è importante ed essenziale e vivere di conseguenza. “Questa nuova
vita – ha aggiunto - la vediamo in Gesù Cristo. Egli, che comprende la nostra debolezza
umana perché, come noi, è stato indotto in tentazione, ci mostra che l’uomo vive di
Dio”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La Quaresima
– afferma il Papa - è come “un lungo ritiro” durante il quale “rientrare in se stessi
e ascoltare la voce di Dio”, per vincere le tentazioni del Maligno. Ma come vivere
questo tempo? “Un tempo di “agonismo” spirituale da vivere
insieme con Gesù, non con orgoglio e presunzione, bensì usando le armi della fede,
cioè la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio e la penitenza. In questo modo potremo
giungere a celebrare la Pasqua in verità, pronti a rinnovare le promesse del nostro
Battesimo”.
Nel Vangelo di questa domenica Gesù, dopo aver ricevuto
il battesimo da Giovanni, si allontana dal Giordano ed è guidato “dallo Spirito Santo
nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo”. Le tentazioni – sottolinea
il Papa - non furono “un incidente di percorso”, ma la conseguenza della “scelta di
Gesù di seguire la missione affidatagli dal Padre”. Ma che cosa significa entrare
nell’itinerario quaresimale?
“Cristo è venuto nel mondo per liberarci
dal peccato e dal fascino ambiguo di progettare la nostra vita a prescindere da Dio.
Egli l’ha fatto non con proclami altisonanti, ma lottando in prima persona contro
il Tentatore, fino alla Croce. Questo esempio vale per tutti: il mondo si migliora
incominciando da se stessi, cambiando, con la grazia di Dio, ciò che non va nella
propria vita”.
La prima tentazione che il diavolo sottopone a Gesù
prende origine dalla fame. Al Tentatore - ricorda il Papa - Gesù risponde che “non
di solo pane vivrà l’uomo”. Poi il diavolo mostra a Gesù tutti i regni della terra
e dice che tutto sarà suo, se prostrandosi lo adorerà. E’ l’inganno del potere che
Gesù “smaschera e respinge”. Infine il Tentatore propone a Gesù di compiere un miracolo
spettacolare, di “gettarsi dalle alte mura del Tempio e di farsi salvare dagli angeli”.
Ma Gesù risponde che “Dio non va mai messo alla prova”: “Gesù antepone
ai criteri umani l’unico criterio autentico: l’obbedienza alla volontà di Dio. Anche
questo è un insegnamento fondamentale per noi: se portiamo nella mente e nel cuore
la Parola di Dio, se questa entra nella nostra vita, possiamo respingere ogni genere
di inganno del Tentatore”.
Il Santo Padre ha ricordato infine che
oggi, in preparazione alla Santa Pasqua, inizieranno in Vaticano, alla sua presenza,
gli esercizi spirituali per la Curia Romana. Dio – ha concluso il Papa – “benedica
tutti in questo santo tempo di rinnovamento spirituale”.