Da oggi fino a sabato prossimo gli esercizi spirituali per la Curia Romana alla presenza
del Santo Padre
Con l’esposizione eucaristica e la celebrazione dei Vespri iniziano oggi, alle ore
18.00, gli esercizi spirituali per la Curia Romana, in preparazione alla Santa Pasqua.
Gli esercizi si terranno alla presenza di Benedetto XVI ed avranno luogo nella cappella
“Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico fino a sabato 27 febbraio. Durante la settimana
saranno sospese tutte le udienze pontificie, compresa quella generale di mercoledì
prossimo. Le meditazioni saranno proposte da don Enrico dal Covolo, salesiano, e avranno
come tema: “Lezioni di Dio e della Chiesa sulla vocazione sacerdotale”. Ma perché
la scelta di questo titolo? Isabella Piro lo ha chiesto allo stesso don
Enrico dal Covolo:
R. – “Lezioni
di Dio” indica il metodo di questi esercizi. Il metodo è quello antico della Lectio
Divina, ma anche “lezioni della Chiesa”. Intendo infatti terminare ogni giornata degli
esercizi spirituali con altrettanti “medaglioni” di figure sacerdotali esemplari:
Sant’Agostino, il Santo curato d’Ars, il curato di campagna di Bernanos, don Giuseppe
Quadrio e, finalmente, il venerabile servo di Dio Giovanni Paolo II che ha commissionato
il restauro della cappella “Redemptoris Mater”, dove si terranno gli esercizi spirituali.
Nel titolo si fa riferimento poi alla “vocazione sacerdotale” perché era un tema praticamente
obbligatorio nel cuore dell’Anno Sacerdotale.
D.
– Qual è il valore primario degli esercizi spirituali?
R.
– Il valore primario non è solo di oggi, ma è quello di sempre: il credente ha bisogno
assoluto di trovare dei momenti fermi, nei quali potersi concentrare nella propria
intimità con il Signore. Oggi questi esercizi spirituali possono rivestire un significato
del tutto speciale perché forse siamo travolti da un’accelerazione della storia, che
rischia di farci smarrire la vera gerarchia dei valori. Gli esercizi spirituali hanno
lo scopo di aiutarci a mettere ordine nella nostra vita.
D.
– Ricordiamo che il Papa stesso è presente agli esercizi spirituali. La sua figura
dona, quindi, un valore in più alle meditazioni?
R.
– La presenza del Santo Padre è esemplare, è un altissimo esempio per tutti i fedeli,
quasi a dire che nessuno è escluso e che tutti abbiamo bisogno di questi momenti decisivi
per un recupero in profondità della nostra vita spirituale. La presenza del Papa ci
richiama anche a meditare su un altro aspetto: nella Chiesa nessuno è già Santo, tutti
hanno bisogno dell’aiuto della grazia, dell’aiuto dello Spirito, della preghiera.
Siamo tutti peccatori e tutti abbiamo bisogno della misericordia di Dio, di poterla
incontrare.
D. – Spesso si pensa alla Quaresima
come ad un tempo liturgico di privazioni, di sofferenza, di sacrificio, mentre invece
ha un significato positivo…
R. – Certamente. Questa
è proprio la logica evangelica: quanto più ci apriamo al dono di noi stessi, tanto
più raggiungiamo la vera felicità. Questo è il significato proprio della Pasqua e
quest’anno il Papa ci raccomanda, in modo speciale, di vivere la Quaresima all’insegna
della giustizia più grande. Questa giustizia più grande è l’amore. Un amore che consiste,
da parte nostra, nel dono di noi stessi. Questa è la via che ci richiama la Quaresima
e questa è la via unica della nostra felicità.
D.
– Qual è, quindi, il suo auspicio per questo tempo quaresimale per tutti i fedeli?
R.
– Che tutti noi ci mettiamo con decisione su questa stessa strada, comprendendo che
questa mortificazione non è certo legge di morte, ma è legge di vita. E' legge di
una felicità più piena.