Colpo di Stato in Niger. Liberati i membri del governo deposto
Niger. Tre ministri del governo del presidente Mamadou Tandja, rovesciato giovedi'
da un colpo di stato, sono ancora nelle mani della giunta militare, la conferma arriva
dagli stessi golpisti che assicurano la convocazione di elezioni non appena il Paese
sarà stabilizzato. Intanto si susseguono le manifestazioni di appoggio ai militari,
mentre una delegazione internazionale in rappresentanza di Onu e paesi africani e'
arrivata nella capitale Niamey per fare il punto della situazione. Non è ancora chiaro
il disegno dietro la destituzione. Dagli aspetti legati allo sfruttamento dell’uranio,
alle questioni interne legate al cambiamento della Costituzione che ha permesso a
Tandja di essere insieme capo di Stato e premier. Sulla questione, Francesca Sabatinelli
ha intervistato Simone Teggi dell’ong Cospe, in Niger dal 2008:
R. – I Paesi
africani diventano molto instabili quando si vengono a trovare risorse minerarie importanti.
Attraggono l’attenzione di altri Paesi che hanno la necessità di sfruttare queste
risorse minerarie. Questo è il primo punto. Ci sono diversi campi di influenza. C’è
la Cina che cerca di entrare nel Niger e quindi si sostituisce, nell’appoggio finanziario,
all’Unione Europea; dall’altro lato c’è la Francia che, in un primo momento, scontenta
del lavoro di Tanja sembra abbia contrastato fortemente il governo. E poi, nel momento
in cui è stato firmato l’accordo sull’uranio tra la Francia e il Niger, Mamadou Tandja
si è trovato ad avere un appoggio informale dalla Francia che gli ha dato la forza
anche di arrivare a questo cambiamento repentino della Costituzione. A livello locale,
è molto diversa la situazione; soprattutto, il problema è stato l’annullamento dell’opposizione,
soprattutto in alcune regioni. C’è stato un malcontento enorme …
D.
– Al di là di tutti questi scenari, resta il fatto che il Niger è un Paese estremamente
povero, messo in ginocchio dalle carestie. Che cosa succede ora, a questa gente?
R.
– In questo momento è difficile valutare già dei cambiamenti: è un Paese molto povero
che sta affrontando un’annata difficile anche a livello agricolo; bisognerà vedere
nei prossimi mesi, quando non ci saranno più le scorte di alimenti, come influenzerà
questa situazione di crisi politica. In più, questa crisi porterà dei blocchi a livello
di funzionamento del governo, quindi cellule che lavorano sulla crisi alimentare,
forse anche di appoggi da parte di ‘donors’ esterni. E’ difficile valutare la vera
situazione …