2010-02-21 14:27:43

A Padova chiusura dell’ostensione delle reliquie di Sant’Antonio


Conclusa l’ostensione dei resti mortali di Sant’Antonio, che ieri in tarda serata sono stati riposti sotto l’altare della cappella dell’Arca, ora restaurata. E ieri è arrivato anche un telegramma del Papa. Il servizio da Padova di Silvio Scacco:RealAudioMP3

C’era, idealmente, anche Benedetto XVI tra i 60 mila pellegrini che ieri, a Padova, in paziente attesa sotto la pioggia, lungo una coda di oltre due chilometri, hanno atteso anche per sette ore di vedere e venerare le spoglie di Sant’Antonio. Il Santo Padre non ha fatto mancare un segno della sua vicinanza ai 150 mila devoti giunti alla Basilica Pontificia in sei giorni di ostensione del corpo di Antonio, inviando ieri un telegramma al superiore del convento del Santo. II Papa auspica che questo “provvido evento, riproponendo il luminoso esempio del sacerdote francescano tanto popolare, che affascinò generazioni di fedeli ispirando numerosi giovani ad abbracciare la vita consacrata, (…) susciti rinnovati propositi di amore a Cristo e ai fratelli, come pure un generoso impegno per la giustizia e la pace”. Solo alle 22, dunque, si è esaurita la fila dei pellegrini, da ogni parte d’Italia; molti gli stranieri, tra essi famiglie cingalesi residenti in Italia.

 
R. – Per me, Sant’Antonio rappresenta forse uno dei santi più importanti …

 
R. – Che ci protegga in salute, soprattutto!

 
R. – Ogni tanto vengo, una o due volte l’anno: c’è qualcosa che ti attira a venire …

 
Anche per i frati della Basilica e del Messaggero di Sant’Antonio, un evento carico di significati: il direttore generale, padre Danilo Salezze:

 
"Il fatto che lui ricompare in mezzo a noi, con il suo corpo, ci da una scossa molto forte. Questo ogni tanto capita. La vita dei santi è fatta così, in mezzo a noi: ci risvegliano, è come un benefico schiaffo che ci riorienta il volto verso Gesù Cristo!"
 
Durante la liturgia di riposizione, a porte chiuse con i frati della Basilica e i rappresentanti di tutte le associazioni e realtà che hanno prestato servizio nei sei giorni di ostensione, il delegato pontificio, mons. Francesco Gioia, ha articolato una apprezzata meditazione mettendo a confronto la concezione del corpo secondo Seneca e secondo San Paolo, per arrivare a sottolineare come il nostro corpo, grazie alla fede, diventi corpo mistico di Cristo, salvato e redento attraverso la sua morte e resurrezione.







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