Scontri in Afghanistan: nuove vittime tra i soldati Nato. Sulla missione cade il governo
in Olanda
In Afghanistan, si contano altre vittime tra i soldati della Nato impegnati nella
maxi operazione denominata Mushtarak (Insieme) lanciata sabato scorso. Sale così a
6 il bilancio dei caduti tra i militari dell’Forza Internazionale di Assistenza alla
sicurezza (Isaf). Proprio sul prolungamento della missione nel Paese asiatico, è caduto
nella notte il governo del primo ministro olandese, Jean Peter Balkenende. I particolari
nel servizio di Roberta Rizzo:
I
combattimenti nella provincia meridionale di Helmand, dove da oltre una settimana
è in corso l'operazione militare congiunta tra forze afghane e della Nato, continuano
ad essere difficili. Nell'operazione, denominata “Moshtarak”, un importante capo talebano
è stato ucciso nel sud dell’Afghanistan. Ma si contano nuove vittime anche tra i militari
del contingente internazionale. Intanto, lo scontro politico sul futuro della
missione militare con la Nato nel Paese asiatico ha aperto una crisi di governo in
uno dei Paesi fondatori dell'Unione Europea. In Olanda, il primo ministro democristiano,
Jan Peter Balkenende, ha annunciato la scorsa notte la caduta della coalizione tra
il suo partito (i cristianodemocratici) e il partito laburista: non è stato trovato
l’accordo sul prolungamento della missione in Afghanistan. La Nato aveva chiesto all’Olanda
di lasciare il contingente fino all’agosto del 2011. Richiesta sostenuta dal centrodestra
che ha trovato, però, la ferma opposizione del partito laburista. I militari olandesi
dispiegati in Afghanistan sono circa duemila, la maggioranza si trova nella regione
di Uruzghan. La missione all’interno della Forza internazionale di assistenza alla
sicurezza (Isaf) è cominciata nel 2006 ed è stata prolungata nel 2008. E’ costata
la vita a ventuno soldati.
Pakistan. Raid aereo su un covo talebano:
30 le vittime Trenta ribelli sono rimasti uccisi in un raid aereo dell'aviazione
pakistana nel Sud Waziristan, al confine tra Afghanistan e Pakistan. Secondo quanto
annunciato in una nota dai militari, il raid è stato compiuto sulle montagne di Shawal
con l'obiettivo di colpire un covo dei “terroristi”. Intanto, nuovi attentati kamikaze
si sono verificati nel nord-ovest del Paese. Un ufficiale di polizia è stato ucciso
e altri sei agenti sono rimasti feriti in attacchi suicidi contro due commissariati.
Marocco.
Minareto crolla sui fedeli: 41 vittime È di almeno 41 morti e 76 feriti il
bilancio provvisorio del crollo del minareto di una storica moschea di Meknes, nel
centro del Marocco. Il minareto è crollato quando l'imam stava per cominciare il sermone.
Nella moschea erano presenti 300 fedeli riunitisi per le preghiere del venerdì. Secondo
le autorità locali, sarebbero decine le persone intrappolate sotto le macerie. Si
tratta della tragedia più grave di questo genere avvenuta nel Paese africano. A provocare
il crollo, si pensa siano stati gli effetti delle piogge torrenziali cadute negli
ultimi giorni.
Colpo di Stato in Niger. I golpisti revocano il coprifuoco Circa
10 mila persone hanno partecipato questa mattina a una manifestazione nelle capitale
del Niger, Niamey, a sostegno dei militari che due giorni fa scorso hanno rovesciato
il presidente Mamadou Tandja. Oggi, la giunta militare che ha preso il potere ha decretato
la fine del coprifuoco e riaperto le frontiere. I golpisti, che si fanno chiamare
Supremo consiglio per la restaurazione della democrazia (Csrd), hanno annunciato che
la situazione è “sotto controllo” e si dicono disposti a rilasciare alcuni dei ministri
arrestati. Promettono, inoltre, di creare un “consiglio consultivo” per una gestione
“collegiale” del potere. Il presidente deposto, Mamadou Tandja, resta nelle mani dei
militari. Intanto, ieri anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e il responsabile
Ue per la politica estera, Catherine Ashton, hanno condannato il golpe e chiesto il
ritorno alla democrazia.
Speranze in Mali per gli ostaggi europei Ore
di attesa e speranza per la sorte degli ostaggi rapiti alla fine dello scorso anno
tra Mali e Mauritania da un gruppo terroristico legato ad Al Qaeda. Le autorità maliane
hanno infatti liberato quattro terroristi appartenenti alla sezione di Al Qaeda che
opera nel Maghreb. In questo modo, si è risposto ad una delle condizioni che i terroristi
avevano posto negli ultimatum per la liberazione degli ostaggi, tra cui il francese
Pierre Camatte e l’italiano Sergio Cicala e sua moglie. Per Camatte, l’ultimatum scade
oggi, mentre per Cicala il primo marzo. Se la liberazione del francese dovesse aver
luogo, le speranze per gli italiani potrebbero farsi più vive. Tuttavia, secondo alcune
fonti, il rilascio dei coniugi Cicala sarebbe condizionato alla scarcerazione di alcuni
militanti islamici in Mauritania.
Iran. Rasmussen: “Si fermi sul nucleare
o la Nato dovrà difendersi” “Al momento dovuto noi prenderemo le decisioni
necessarie per difendere i Paesi della Nato”. Così si è espresso oggi il segretario
generale della Nato, Fogh Rasmussen. Intanto, la guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei,
nega che Teheran stia preparando armi nucleari. Sempre più concreta resta l’ipotesi
di nuove sanzioni da parte delle Nazioni Unite. Secondo gli Stati Uniti, il dossier
emanato dall’Aiea, l'Agenzia internazionale per l’energia atomica, è una prova chiara
che Teheran non rispetta gli accordi internazionali. Mosca si dice allarmata, mentre
Parigi vuole le sanzioni. Russia. Esplosioni in Inguscezia È
di due morti e 28 feriti il bilancio di una serie di esplosioni avvenute a Nazran,
in Inguscezia. Tra le vittime, numerosi agenti di polizia. In base alla ricostruzione
del Ministero dell’interno, la prima esplosione è avvenuta mentre alcuni poliziotti
perquisivano una casa abbandonata. Le altre hanno coinvolto gli agenti accorsi sul
posto come rinforzi. La portavoce del comitato locale di indagine, Svetlana Gorbakova,
ha spiegato che nella regione caucasica le forze di sicurezza da tempo sono impegnate
in una guerra di logoramento contro i ribelli islamici.
Medio Oriente. Gaza:
sei palestinesi feriti dal fuoco israeliano Almeno sei palestinesi sono rimasti
feriti questa mattina dal fuoco dell'artiglieria israeliana nel sud della Striscia
di Gaza. Ad affermarlo sono state fonti mediche e le forze di sicurezza palestinesi.
Secondo fonti, tra militanti palestinesi e i soldati israeliani appostati nei pressi
del confine tra la città di Khan Younis, nella Striscia di Gaza, e Israele è esploso
uno scontro iniziato dopo che i militari israeliani hanno aperto il fuoco ferendo
leggermente due militanti.
Ucraina. Tymoshenko ritira ricorso per brogli
elettorali Il premier ucraino, Yulia Tymoshenko, ha ritirato il ricorso contro
i risultati del ballottaggio delle presidenziali del 7 febbraio scorso. L'annuncio
è stato dato dalla stessa ex leader della rivoluzione arancione davanti alla Corte
amministrativa suprema a Kiev. "Ritiriamo il nostro ricorso, non vedo più alcun senso
ad andare avanti", ha dichiarato. La Tyomoshenko aveva contestato i dati che la davano
indietro di 3,5 punti rispetto al filorusso, Viktor Yanukovich, e aveva chiesto la
ripetizione del voto denunciando brogli. Ma gli osservatori internazionali avevano
dato un giudizio positivo sul voto. A questo punto non ci sono più ostacoli per l'insediamento
di Yanukovich, già fissato per giovedì prossimo.
India. Muore studente sudanese
ferito in attentato a Pune È salito a 12 morti il bilancio dell'attentato compiuto
il 13 febbraio scorso a Pune, in India. Uno studente sudanese ricoverato in ospedale
è morto questa mattina per le conseguenze delle ferite riportate nell'esplosione all'interno
del ristorante “German Bakery”, hanno reso noto funzionari locali. Il giovane, Amjad
Elgajoli, 21 anni, è la quarta vittima straniera dell'attacco rivendicato dal gruppo
Lashkar- e-Taiba Al Alami (LeT-international). Oltre al sudanese, sono rimasti uccisi
l'italiana Nadia Macerini, uno studente iraniano ed un cittadino nepalese. Sessanta
le persone ferite, la metà delle quali sono ancora ricoverate in ospedale.
Triplice
attentato in Rwanda Un morto e 18 feriti. È il tragico bilancio di un triplice
attentato avvenuto ieri a Kigali, capitale del Rwanda. Negli attacchi simultanei sono
state lanciate granate contro una stazione degli autobus, un ristorante e un edificio
che ospita diversi negozi. Tutti luoghi pubblici particolarmente frequentati durante
il fine settimana. Secondo Radio Rwanda, almeno cinque feriti si troverebbero in condizioni
gravi.
Italia. Passa alla Camera il decreto emergenze È stato approvato
dalla Camera il decreto legge emergenze. Ora la norma, che non prevede più la trasformazione
della Protezione civile in Spa, passerà al Senato dove ci sono circa dieci giorni
per convertire il decreto prima che decada. Ma lo scontro tra maggioranza ed opposizione
sul capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, continua. Questi ha affermato di
essere un tecnico e non un politico, denunciando che su di lui è stato gettato soltanto
fango.(Panoramica internazionale a cura di Roberta Rizzo e Federico Catani)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 51 E'
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