Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa prima Domenica di Quaresima la liturgia ci presenta il passo del Vangelo
in cui Gesù, guidato dallo Spirito, si reca nel deserto e viene tentato dal diavolo.
Non mangia nulla per quaranta giorni. Il diavolo gli dice: «Se tu sei Figlio di Dio,
di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli risponde:
«Sta scritto:
“Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Su questo brano evangelico
ascoltiamo il padre carmelitano Bruno Secondin, professore di Teologia spirituale
alla Pontificia Università Gregoriana:
“Gesù era
guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo”.
Si
apre così, con questo scenario, la Quaresima: Gesù e il diavolo che si contrastano
a suon di citazioni bibliche, come se fosse una disputa tra rabbini.
Uno
scenario desolante attorno, il deserto arido: e lì l’agguato della fame anzitutto,
come una sensazione di vuoto. E poi le vertigini della visione dall’alto, con un panorama
esteso su tutti i regni, e il bagliore del potere. E infine ancora la vertigine più
sacra, quella dal pinnacolo del tempio, per fare spettacolo e sorprendere.
Tre
luoghi simbolici, tre agguati cadenzati dalla sfida astuta: “Se tu sei Figlio di Dio”.
Una fede provocata ironicamente per trasformare il Padre in un simulacro di potenza
furbesca. E perfino una citazione biblica abilmente manipolata dal diavolo: perché
ci può essere anche un uso diabolico della Parola, uso incantatore e strumentale,
per prendersi gioco proprio di Dio, citando le sue stesse parole.
C’è
bisogno di questo richiamo: troppi oggi si vendono l’anima per falsi miraggi. E poi
restano con tanta tristezza nel cuore. E Dio diventa puro fantasma senza valore.