Il cardinale Bertone: necessaria una nuova generazione di politici cristiani
Serve una nuova generazione di politici cristiani. Per i cattolici “il richiamo alla
virtù diventa un imperativo che si lega alla propria missione nella storia, cioè quella
di orientare la società a valori superiori”. E’ quanto ha affermato il cardinale segretario
di Stato Tarcisio Bertone intervenendo ieri a Riccione al raduno annuale del coordinamento
tra politici “Rete Italia”. Dignità umana, solidarietà e sussidiarietà – ha detto
il porporato – conducono al principio permanente del bene comune. Tutti sono chiamati
a promuovere il bene comune, “a ricercare ciò che unisce rispetto a ciò che divide”.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La politica
è cosa sporca? A questo interrogativo il cardinale Tarcisio Bertone risponde citando
uno scritto del 1942 di don Luigi Sturzo: “La politica – afferma il sacerdote siciliano
– non è una cosa sporca. Pio XI… la definì un atto di carità del prossimo”. Nella
società di oggi - aggiunge il porporato - non si può certamente biasimare “il sentimento
di delusione per le storture della politica” legate alla fragilità di una “condizione
umana compromessa, anche se non in maniera irreparabile, dal peccato originale”. Il
segretario di Stato ricorda quindi la necessità, indicata da Benedetto XVI, di una
nuova generazione di politici cattolici. “Quella politica – sottolinea - è una vocazione
al bene comune e alla salvezza della società”. In questa società, il ruolo dei giovani
nella politica sembra aprirsi a due strade contrapposte: la via della speranza in
un futuro migliore o quella dell’indifferenza verso un mondo percepito come chiuso
al cambiamento. Ma i giovani – afferma il cardinale Tarcisio Bertone – non sono “semplici
spettatori”. Sono “attori della politica”, che non può essere “né rivolta al passato,
né appiattita sul presente”. Il porporato ripropone poi due opposti modelli politici
elaborati nel XVI secolo: quello di Tommaso Moro (1469-1527), che sembra avere “la
natura di un’eccezione”, traduce la politica in servizio, in via della santità. L’altro
paradigma, che “ha avuto maggiore fortuna”, è stato tracciato da Niccolò Machiavelli
(1478-1535) e si basa sull’astuzia e sull’utilitarismo. Di fronte alle sfide del mondo
– osserva il segretario di Stato - la Chiesa non propone una soluzione unica e universale:
“spetta ai cristiani, come singoli e come comunità, il discernimento della realtà
e la valutazione di principi, criteri e direttive proposti dalla dottrina sociale
della Chiesa per orientare la propria condotta nei diversi ambiti”. Evitando l’illusione
del successo immediato, tipica del machiavellismo, la politica è chiamata a confrontarsi
con la fragilità dell’uomo. E’ chiamata – conclude il cardinale Tarcisio Bertone –
“ad apprendere dagli errori del passato e del presente, ma sempre coltivando la responsabilità
dell’avvenire, da orientare alla virtù”.